La decisione era nota da tempo agli addetti ai lavori, mancava però l’ufficialità: il sindaco di Mondovì Paolo Adriano non si ricandiderà per un secondo mandato alle prossime amministrative, in primavera.
L’annuncio è arrivato durante un Consiglio comunale importante, al termine del quale è stata approvata all’unanimità una variazione al piano regolatore che la città attendeva da sette anni. Nessuna polemica da parte del primo cittadino: le ragioni addotte per giustificare la sua rinuncia sono tutte di carattere personale. “Per me è tempo di dedicarmi anche ad altro: al mio lavoro e alla mia famiglia” spiega, assicurando che continuerà a far parte del Patto Civico - la coalizione che l’ha fatto eleggere nel 2017 - sebbene “non in prima linea”.
Classe 1969, avvocato, attivo nel comitato locale della Croce Rossa che ha anche presieduto per tre anni, Adriano era approdato a palazzo civico alla sua prima esperienza politica, succedendo al forzista Stefano Viglione. Al ballottaggio aveva incassato un roboante 68,19% delle preferenze, surclassando la preside Donatella Garello appoggiata da Forza Italia e Lega Nord. Un consenso ampio da suddividere però tra ben otto liste civiche di varia provenienza, dalla sinistra alla destra passando per il centro, con esiti talvolta logoranti come nel caso della designazione di Gabriele Campora al consiglio generale di Fondazione CRC. Una nomina, quella dell’ex capo di gabinetto del sindaco e leader dell’“ala sinistra” del Patto Civico con Mondovì in Movimento, che aveva provocato la spaccatura in maggioranza. Lo scontro frontale con il presidente della Fondazione, Giandomenico Genta, si era concluso con una sconfitta per la giunta.
Per certo si sa che l’inedita coalizione civica che ha sostenuto Adriano, alternativa ai due poli, sarà presente anche alle prossime elezioni con un nuovo nome. Un altro nome nuovo dovrà essere per forza di cose quello del candidato sindaco: in pole position c’è il 36enne Luca Robaldo, assessore con deleghe all’istruzione, sport e politiche giovanili. Figlio dello storico sindaco di Montezemolo Dino, come molti politici monregalesi è cresciuto all’ombra dei Costa facendo da assistente parlamentare a Enrico per un decennio, prima di diventare capo segreteria del presidente della Regione Alberto Cirio. Un “incarico tecnico e non politico” si è affrettato a dire il governatore albese, per giustificare la presenza di Robaldo in una giunta che vede il centrodestra all’opposizione. Ma il distinguo non ha placato le polemiche all’ombra del Belvedere.
Sul fronte delle opposizioni il quadro è abbastanza delineato. Il centrosinistra ha un candidato ufficiale, il dottor Enrico Ferreri, 67 anni, medico e dirigente Asl prossimo alla pensione. Ferreri era già stato in corsa nel 2007, poi sconfitto al ballottaggio da Viglione: guiderà una coalizione che include il Pd e alcune liste civiche, tra cui una a suo nome. Nel centrodestra si dà per più che probabile il ritorno in pista di un nome noto della politica locale, il geometra Luciano Mondino: classe 1952, sindaco democristiano tra il 1985 e il 1988, poi vicesindaco di Aldo Rabbia a inizio anni Duemila per Forza Italia, candidato sindaco civico nelle elezioni del 2007 e infine consigliere di Fondazione CRC.