Riceviamo e pubblichiamo:
Sono notizie delle ultime ore le dimissioni dei Consiglieri comunali di maggioranza Monica Garello, Elisa Core e Edoardo Ferro; così, alla lista dei dimissionari, nella quale figurano già i nomi di Roberto Garassino e Giovanni Torre, si aggiungono altri tre Consiglieri stringendo così la cerchia della maggioranza ridotta ora a quattro persone. Il terremoto, termine alquanto eufemistico per descrivere l’attuale situazione, non è certamente una novità: già da oltre un anno l’amministrazione fatica a trovare quella sintonia la cui origine è rintracciabile sia nelle promesse elettorali affascinanti e seducenti del 2019 sia in quell’ambiente culturale in cui per fare politica basta “avere un po’ di passione per il proprio paesello”. Eppure, è risaputo: i nodi prima o poi vengono al pettine ed è così che, dopo circa cinque anni di stand-by amministrativo durante il quale a stento si è riusciti a garantire l’ordinaria amministrazione, il gruppo della maggioranza è crollato come un castello di carta cade per effetto del vento.
Allo stato attuale degli eventi, ci sentiamo di dover esprimere solidarietà al Sindaco Luciano Grignolo per due ordini di motivi: in primo luogo e cosa forse più significativa, il sig. Grignolo si è rivelato, alla fin dei conti, l’unica persona ragionevole e di buon senso con cui poter veramente dialogare dal punto di vista politico e istituzionale; secondariamente, troviamo quantomeno discutibile che molti Consiglieri della maggioranza diano la colpa esclusivamente al Sindaco per tutti i misfatti o, per meglio dire, per tutte le cose non realizzate: difatti, la responsabilità è e deve essere collegiale; lo Statuto comunale così come il Testo Unico degli Enti Locali forniscono tutta una serie di strumenti giuridici che avrebbero consentito alla maggioranza di portare avanti i propri progetti in caso di disaccordo con il Sindaco. Nonostante ciò, nessuno ha mai sollevato la questione, vuoi per la non conoscenza di questi strumenti, vuoi per la mancanza di un vero e proprio progetto politico di lungo periodo. Per quattro anni nel mese di marzo veniva discusso all’interno del Consiglio comunale il Documento Unico di Programmazione, ossia il documento programmatico attraverso cui la maggioranza descrive tutti i progetti che intende realizzare nel successivo quinquennio: in ogni occasione è stato presentato un testo nel quale venivano avanzate le proposte più disparate come, ad esempio, la costruzione di una ludoteca, di un nuovo impianto di videosorveglianza, l’acquisto di posaceneri da installare per le vie del centro storico e persino di stendardi per il castello; il tutto corredato, inoltre, dall’assenza di prospetti di spesa verosimili e da progetti che indicassero minuziosamente le fasi da seguire per il perseguimento degli obiettivi indicati.
Questo è, ahinoi, ciò che si ottiene quando a candidarsi e a guidare un comune c’è un gruppo di persone che non hanno alcuna conoscenza e competenza politica per amministrare un paese. A scanso però di equivoci, torniamo a ribadire un caposaldo della nostra attività politica: massimo rispetto per le singole persone per le quali nutriamo stima, ciascuno in virtù delle proprie competenze. Quello che si critica qui e che si è sempre messo in discussione è il modo di fare e di approcciarsi alla politica e, in senso più generale, quella forma mentis che non solo non valorizza le competenze e le conoscenze delle persone ma le considera anche un optional quasi come fossero addirittura inutili. Quello che si critica qui e che si è sempre messo in discussione è lo scarsissimo rispetto per le istituzioni e per il proprio mandato elettorale, esemplificato oggi dalla decisione dei tre consiglieri di abbandonare la nave che affonda a pochi mesi dalle elezioni comunali e fino a ieri dalla scarsità dei temi politici presentati e, di fatto, mai discussi in sede di Consiglio.
Quello a cui abbiamo assistito negli anni è stato uno spettacolo indecoroso per il Comune di Saliceto e, contemporaneamente, una cartina tornasole dell’impostazione politica prevalente non solo a livello comunale ma anche negli altri livelli di governo.
Ed è così che un’avventura spericolata cominciata male nel 2019 è finita anche peggio.
Il Gruppo consiliare di minoranza “Presente & Futuro – Insieme per crescere, Saliceto c’è!”