E' una follia convertire la linea ferroviaria dismessa Bra–Ceva in pista ciclopedonale come proposto da alcune facce della vecchia politica cuneese.
Le poche risorse a disposizione dovrebbero essere investite con l'obiettivo di riaprire le linee ferroviarie, non per chiuderle definitivamente. I cittadini chiedono servizi di trasporto pubblico efficienti, in modo da evitare di utilizzare un mezzo proprio, costoso ed inquinante. La ciclabilità non si promuove certo sottraendo spazio, risorse ed infrastrutture alla mobilità su rotaia. Dovrebbe essere un percorso parallelo e in alcuni casi complementare.
Questo progetto che prevede la spesa di cifre spropositate (35 milioni di euro), a spese dei cittadini, eliminerebbe infrastrutture utili ai cittadini ed al territorio. Gli stessi soldi basterebbero a riattivare le ferrovie, come la Asti–Alba (15 milioni i euro). Perché i proponenti non lo dicono?
In valle Tanaro e nelle Langhe non mancano certo percorsi alternativi per una pista ciclabile a basso costo. L'obiettivo è la mobilità sostenibile oppure fare business? Questo dovrebbero chiarire i proponenti prima di tutto. I cittadini si sono già espressi firmando a centinaia una petizione per la riattivazione del servizio ferroviario Bra – Ceva. Se non sarà a breve, di sicuro non vogliamo precludere per sempre la possibilità di riaprire la ferrovia solo per un capriccio di pochi.