SALUZZO - Elezioni a Saluzzo, Fratelli d’Italia nel caos: Anello vara la lista “anti Peirone”, Mellano lo sconfessa

Si chiamerà Fratelli del Monviso. A guidarla è il vicepresidente del circolo, che non accetta la scelta del candidato sindaco del centrodestra

Andrea Cascioli 25/02/2024 16:30

“Di che reggimento siete, fratelli?”: così comincia una delle più celebri liriche di Giuseppe Ungaretti, dedicata alla sua esperienza in trincea nella prima guerra mondiale. Venendo alle vicende molto più prosaiche dei nostri giorni, a Saluzzo di “reggimenti” se ne contano almeno due: i Fratelli d’Italia e i Fratelli del Monviso.
 
Quest’ultimo è il nome della lista di cui il vicepresidente del circolo cittadino Alberto Anello ha preannunciato la costituzione. Sarà “una lista civica composta da tesserati”, spiega l’ex sindaco di Casteldelfino: manca solo il candidato sindaco, dal momento che quello designato dal partito e dalla coalizione di centrodestra, l’avvocato Chiaffredo Peirone, non piace ai frondisti della fiamma tricolore. Anzi, è proprio la candidatura di Peirone ad aver acceso la miccia del malcontento in quella parte della militanza che ha mal digerito l’esautorazione del presidente di circolo Mario Pinca e la sua sostituzione con un commissario, individuato nella persona del sindaco di Envie Roberto Mellano.
 
Anello non gliele ha mandate a dire, già da prima che la discesa in campo di Peirone venisse ufficializzata: “Il signor Mellano è stato in sede una prima volta e poi non si è più fatto vedere, prendendo di testa sua anche la decisione sul nome del candidato sindaco per il centrodestra”. Per questo venerdì scorso è stata indetta una “riunione plenaria degli associati tesserati a Fratelli d’Italia” nella sede di via Torino, che gli “anti Peirone” assicurano essere stata “affollata”. All’esito di questa assemblea, è stata deliberata la costituzione della nuova lista “non ritenendo valida, come altre forze politiche cittadine, la proposta dell’avvocato dottor Chiaffredo Peirone”.
 
Nelle intenzioni dei congiurati non dovrebbe trattarsi di una scissione, dal momento che viene ribadita la fedeltà “alle indicazioni per le elezioni europee e regionali che il partito fornirà alla sede di Saluzzo”. Resta il fatto che difficilmente Cuneo rimarrà a contemplare la presenza di un papa e un antipapa che affermano entrambi di parlare a nome del partito. Tanto più che Anello sembra averne anche per il coordinatore provinciale William Casoni, là dove lamenta “la totale assenza da tempo della partecipazione degli organismi provinciali ad un costruttivo dialogo demandato ad un commissario che per nulla si è rapportato con i rappresentanti locali”. Un “possibile chiarimento”, aggiunge, dovrebbe avvenire a Roma nella giornata di lunedì, dove è previsto “un incontro tra la rappresentanza nazionale del partito e i rappresentanti piemontesi”.
 
Per adesso gli organi ufficiali del partito si limitano a una secca replica, nella quale si rende noto che “il circolo di Fratelli d'Italia di Saluzzo prende ufficialmente le distanze dal comunicato sottoscritto da Alberto Anello. Lo stesso, nei tempi e nei modi, deve intendersi un'iniziativa di carattere personale”. Alla riunione di venerdì, si precisa, “non hanno presenziato molti tesserati, che, pertanto, non hanno avuto modo di discutere e condividere i contenuti di quanto esternato”. Anello, aggiungono i fratelli “fedeli alla linea”, “non era assolutamente autorizzato a coinvolgere nella sua presa di posizione altre persone, a cominciare da Mario Pinca”. Il presidente sospeso, infatti, è menzionato da Anello là dove si fa presente che la sua “supposta sospensione” non avrebbe “nessun riscontro a livello nazionale circa la validità del provvedimento” e che quindi “la sezione, il suo presidente e la giunta continueranno il loro lavoro sul territorio”. Come a dire, Peirone non è il nostro candidato e Mellano non è il nostro commissario.
 
Pinca, legato alla corrente che fa capo a Federica Barbero Invernizzi e Claudio Sacchetto, era stato sospeso nel settembre scorso dopo un’uscita su Facebook nella quale paragonava il decesso di Giorgio Napolitano a quello del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Da lì la sostituzione con Mellano che una parte del partito, forse non solo a Saluzzo, non ha mandato giù.

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