LAGNASCO - Elezioni provinciali, il centrodestra ha il suo candidato: è il sindaco di Lagnasco

Roberto Dalmazzo è lo sfidante del primo cittadino monregalese Robaldo. Tra i suoi “grandi elettori” anche l’ex pentastellato Portera, ma la corsa è in salita

Andrea Cascioli 29/08/2022 13:46

Si prospetta una corsa a due nella contesa per l’elezione del nuovo presidente della Provincia di Cuneo. Il 25 settembre 2809 amministratori, tra sindaci e consiglieri comunali, saranno chiamati a scegliere il successore di Federico Borgna alla guida dell’ente di area vasta.
 
Tre giorni fa era stato il sindaco di Mondovì Luca Robaldo il primo a rompere gli indugi, raccogliendo l’appello di una sessantina di colleghi e presentandosi come l’alfiere di “quel ‘metodo Cuneo’ che viene prima e va al di là dei partiti, senza per questo destituirli di credibilità”. Detto in altre parole, un candidato non connotato che potesse rimettere insieme la Grosse Koalition di Borgna con dentro centrodestra, centrosinistra e Azione. A mettersi di traverso però è stato proprio il centrodestra, area politica in teoria affine al 37enne primo cittadino monregalese - che fino a pochi mesi fa era a capo della segreteria di Cirio e che è stato assistente di Enrico Costa fin dai tempi di Forza Italia. L’ipotesi di un appeasement con il Pd e i costiani passati in Azione sembrava piacere a Cirio ma non è andata giù a Fratelli d’Italia e Lega, che hanno imposto la presentazione di una candidatura alternativa, concretizzatasi attorno al nome di Roberto Dalmazzo.
 
Quarantasei anni, geometra, Dalmazzo è sindaco di Lagnasco dal 2019 e coordinatore del tavolo tra i comuni saluzzesi della frutticoltura. I primi a sostenerlo sono stati il sindaco di Cardè Matteo Morena (presidente dell’associazione Octavia e coordinatore dei giovani di Forza Italia) e quello di Savigliano Antonello Portera. Proprio a Savigliano, alla Crusà Neira, ci sarà la presentazione ufficiale della candidatura alle 18,30. L’intento, spiegano i “grandi elettori” di Dalmazzo, è quello di “ripartire da un sindaco di un piccolo comune della Granda con l’obiettivo di creare una rete e sinergie volte a ridare pari dignità a tutte le realtà della nostra bellissima Provincia, restituendo inoltre al Saviglianese ed al Saluzzese quel ruolo di rilievo che manca a questo territorio ormai da decenni”.
 
Una rivendicazione territoriale, quella del Saluzzese e della pianura, nel cui nome si affianca al centrodestra anche il civico Portera, per due mandati capofila del Movimento 5 Stelle (con cui pare aver mantenuto ottimi rapporti) e oggi a capo di una coalizione civica. Dal “metodo Cuneo” auspicato da Robaldo si è passati nel volgere di ore a una classica contrapposizione centrodestra-centrosinistra (più Azione), ma a complicare le cose per il lagnaschese concorrono almeno due fattori. Il primo è il sistema ponderato di voto, che assegna un peso strategico ai grandi comuni: Cuneo, Bra e Saluzzo, tutti a guida Pd, saranno dalla parte di Robaldo. Il secondo elemento da tener presente è la capacità che quest’ultimo ha mostrato di pescare in un elettorato trasversale. Tra le sessanta firme a sostegno del monregalese, infatti, figurano insieme a nomi noti del centrosinistra (i consiglieri provinciali e sindaci Astesano, Dovetta e Sannazzaro, i primi cittadini Ferraris di Ormea, Avena di Roccavione, Ingaria di Priero, Rocca di Bastia Mondovì) anche amministratori senza partito o addirittura considerati vicini al centrodestra, come Roberta Barbero di Marene, Mauro Rebuffo di Castelnuovo di Ceva (dove è assessore Fabrizio Comba, il coordinatore regionale di Fdi) e Simona Rossotti di Perlo (che fu assessore di Alleanza Nazionale in provincia).
 
Poi c’è da valutare quel che farà chi nel centrodestra è rimasto scontento della decisione di andare alla conta. Il segretario provinciale del Carroccio, Giorgio Bergesio, dice di non temere defezioni: “Siamo compattissimi. Per costruire la candidatura ci sono voluti quindici giorni, fin dall’inizio volevamo un civico di centro. Ora c’è la massima unità di intenti”. Più incerto sul punto il consigliere regionale Paolo Bongioanni di Fratelli d’Italia: “La prudenza sull’esito delle urne è doverosa, ma a chiamarci a raccolta è stato proprio il presidente Cirio. Una garanzia sufficiente ad assicurare la convergenza, anche in vista delle regionali tra un anno e mezzo”. Insomma, nessun voltafaccia all’orizzonte: per “blindare” ancora di più la candidatura - a dispetto della proclamata matrice civica - si è voluto che fosse il governatore a presentarla nella conferenza odierna. “Speriamo di dare alla provincia di Cuneo un nuovo presidente che sia non un politico di professione, ma un uomo voluto dal territorio” conclude Bongioanni, con una stoccata a Robaldo e ai suoi sponsor. Ma il riferimento ai prossimi impegni elettorali, dalle politiche alle regionali del 2024, suona come un avvertimento rivolto in primo luogo agli alleati: bando alle manovre sottobanco e ai tentativi di smarcarsi.

Notizie interessanti:

Vedi altro