Riceviamo e pubblichiamo.
Nel PD abbiamo investito un sacco di energie nel discutere di organigrammi, assetti, posizionamenti, alleanze ed intanto si sono persi consenso e capacità di coinvolgimento degli stessi iscritti. Poche invece le occasioni di confronto sulle questioni strategiche per il presente ed ancor più il futuro delle nostre comunità: ospedali e medicina territoriale, viabilità, trasporti, acqua, rifiuti, sociale, logistica per le aziende, distretti produttivi o organizzazioni minime di filiera. Specialmente dopo la riforma delle province, se non si consolida una cabina di regia stabile e di scala sovra comunale, non sarà semplice curare i mali della Granda. C’è il rischio che la tenace capacità di fare impresa dei cuneesi, che fino ad oggi ci ha permesso di primeggiare a livello nazionale e globale, si infranga su limiti strutturali sempre meno superabili.
Stesso ragionamento per la sostenibilità nel lungo periodo dei servizi pubblici di area vasta: alcuni assetti organizzativi sono inadeguati quindi non competitivi o non sostenibili per l’utenza nel lungo periodo. Il Recovery Fund è un’opportunità anche e soprattutto per le aree interne montane, perialpine e rurali di stimolare un confronto su come investire al meglio le ingenti risorse europee che vanno ben impegnate per garantire un futuro alle nostre comunità. È anche una grande occasione per risvegliare la partecipazione e dare senso alla cittadinanza, riprendere a fare insomma una politica bella ed utile, finalmente lontana da tatticismi e convenienze, in grado di affrontare i problemi e produrre prospettive. Da qui la necessità che il Partito Democratico rifletta su come affrontare la cronica difficoltà di questo Paese di creare e promuovere una classe dirigente diffusa e preparata.
La speranza è che l’impulso del neo segretario Letta riapra la discussione in tutti i territori: che si torni a confrontarsi, parlare di politica, praticarla affinché in tutta Italia si aprano strade nuove per la partecipazione attiva e numerosa alla gestione e allo sviluppo delle comunità.
Mauro Calderoni
Sindaco di Saluzzo