CUNEO - Agricoltura per hobby? Si può fare! Basta sapere a chi rivolgersi

All’estero impera la tendenza ad acquistare frutteti “chiavi in mano”, con poche garanzie. Il ruolo del tecnico è centrale nell’aiutare a scegliere le giuste varietà

Giulia Pistani, Alphagrow - Via Torino, 43/45 Saluzzo (CN) - info@alphagrow.it 17/10/2024 18:05

Di Agricoltori per Hobby oggi se ne contano sempre meno in quanto. A differenza di quanto si possa pensare, è un lavoro estremamente delicato che richiede dedizione e precisione.
 
L’areale Cuneese, per la propria posizione strategica tra mare e montagna, risulta essere un’area altamente vocata per la frutticultura professionale. Ovviamente la maggior parte dei frutticultori lo sono da diverse generazioni. Altri, seppur pochi, si dedicano a questa non banale attività per una spontanea passione.
 
All’estero più che nel Bel Paese questa tendenza ha fatto nascere agenzie di servizi che offrono frutteti “chiavi in mano”. Questo significa che l’imprenditore agricolo, esperto o neofita che sia, si interfaccia con una sola azienda (agenzia, appunto) la quale fornisce direttamente o indirettamente soluzioni a 360 gradi: piante, pali, irrigazione, reti e tutto quanto di necessario per la “creazione” di un frutteto ex novo. Garanzie di risultato? Purtroppo, nessuna: il risultato, quello della sostenibilità economica, sarà misurabile solo dopo qualche anno, con l’entrata in piena produzione del frutteto.
 
E a Cuneo invece? A Cuneo la tendenza è di rivolgersi ai propri tecnici di riferimento per consigli altamente personalizzati e specializzati. Una comune domanda difficile tra tutte: “Che varietà piantare”? La scelta varietale è da sempre uno dei temi più complessi a cui anche le cooperative, i magazzini, i centri di conferimento o gli stessi esportatori faticano a rispondere. Il mercato di oggi è diverso da quello di ieri e ancora più diverso da quello di domani. Inoltre, fattori come guerre, danni ambientali o climatici portano sempre altrettanto spiacevoli conseguenze sul mercato, le quali modificano le tendenze delle stagioni precedenti.
 
D’altra parte, salvo soluzioni estreme quali il sovrainnesto (che meriterebbe un capitolo a sé), non ci sono molte alternative a disposizione dell’imprenditore agricolo per “aggiustare” un’eventuale scelta sbagliata. Un’ulteriore complicazione inoltre deriva dalla richiesta sempre più specifica del consumatore finale. Sempre più consapevole del ventaglio di possibilità sul mercato, questi spesso cerca un nome preciso, un frutto “club” ad esempio, un marchio, mela o kiwi che sia. Significa quindi che l’unica certezza per il futuro sia piantare una varietà “club”? Purtroppo, la risposta è “non è detto”. Il Club potenzialmente porta innumerevoli vantaggi, uno tra tutti, è il controllo domanda/offerta tra produzione e prodotto disponibile sul mercato che potenzialmente riduce la “tentata vendita” e, al contrario, enfatizza l’aumento della richiesta. Possiamo quindi dire che il Club, in quanto tale, ci offre per mera statistica una maggior stabilità e una maggior percentuale di successo.
 
E se fino a qui il ragionamento poteva sembrare logico e scontato, a ribaltare la panoramica vi è un’altra importante considerazione: le varietà “standard”, non appartenenti ai club, sono quindi “una scelta inopportuna”? Assolutamente no! Sono un evergreen, sempre ciclicamente richieste sul mercato, sempre “discretamente affidabili” e di più facile gestione agronomica in quanto meglio conosciute dal produttore stesso.
 
Con queste poche righe, come avrete capito, non pretendevamo dare risposte. Al contrario, ambivamo a creare in ogni produttore, specializzato od hobbista che sia, una doverosa riflessione.
 
In conclusione, i consigli che ci sentiamo di dare sono davvero pochi, molto semplici ma mai scontati: per la scelta varietale è sempre consigliabile rivolgersi al proprio tecnico (o magazzino) di riferimento che conoscendo le varietà e a seguito di una attenta analisi di ogni realtà produttiva, saprà aiutare nella scelta più opportuna.
 
Nella scelta varietale è bene capire se nel periodo presunto di raccolta della nuova varietà si avrà a disposizione sufficiente mano d’opera o se il periodo di raccolta sarà concomitante con altre attività. Infine, la scelta del materiale vivaistico: oggi l’offerta è sempre più vasta ma una pianta sana e certificata rappresenta sempre una maggiore garanzia di successo, indipendentemente dalla varietà.

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