In questo periodo invernale, in cui il consiglio della Natura è di rallentare i ritmi ed espandere il tempo per rimanere a contatto con sé stessi, prova a fermarti un istante e osserva che cosa significa per te la parola cuore. Quale immagine ti viene in mente se senti con il tuo udito questo suono? Quali concetti nascono nel tuo cervello e nella tua mente? Che cosa senti con il tuo corpo? Dove senti risuonare questa parola nelle tue cellule?
“Segui il tuo cuore”: spesso ci si sente rivolgere questo invito, quando una scelta importante sembra offuscare la nostra capacità di comprendere che cosa sia davvero bene per noi. Più facile a dirsi che a farsi però: distinguere ciò che viene dal cuore da ciò che viene dalla razionalità può non essere affatto semplice per chi non è “allenato”, e questo ha un riscontro nell’anatomia e nell’embriogenesi umana (il processo che porta dalla fecondazione dell’ovulo alla formazione di un embrione e poi di un feto attraverso la moltiplicazione e la differenziazione delle cellule). Nelle due settimane che seguono l’incontro tra cellula uovo e spermatozoo, infatti, il cuore, o meglio le cellule che diventeranno cuore, si trovano tutto intorno all’abbozzo di ciò che sarà il cervello. Solo dalla terza settimana inizia un movimento che porterà il cuore nella sua posizione definitiva, e inizia allo stesso tempo la formazione di atrii, ventricoli e valvole. Per quanto sia ancora in stato primitivo, al 22° giorno accade al cuore un fatto straordinario: alcune sue cellule muscolari iniziano spontaneamente a contrarsi. Prima in modo scoordinato, la contrazione origina da vari gruppi di cellule e si diffonde a tutto il futuro miocardio, poi, in modo sempre più preciso, alcune cellule si “specializzano” nel dare origine a questo impulso: nascono un ritmo, una direzione di contrazione e un’onda propulsiva via via più ordinata che permettono di trasportare sangue in tutto il piccolo organismo in formazione. Siamo al 24° giorno dopo il concepimento, quando il sangue inizia a scorrere all’interno dell’embrione.
Cuore e cervello hanno quindi in comune molto più di quanto si possa pensare! Il cuore origina vicino e tutto intorno al cervello: ne è testimone la sua innervazione da parte del nervo vago, nervo che origina dall’encefalo ed è “stirato” dal cuore e dagli altri organi e visceri nella loro discesa embriologica, portandolo ad allungarsi fino al torace e all’addome. Inoltre il cuore, come anche l’intestino (non a caso detto secondo cervello), possiede una sua propria rete elettrica di neuroni in grado di stimolare le cellule muscolari in modo autonomo e indipendente dal controllo del sistema nervoso centrale, che ha la possibilità
soltanto di modulare il ritmo e la qualità della contrazione: se l’intestino è il secondo cervello (data l’estensione della sua rete di neuroni) il cuore è sicuramente il terzo, e condivide quindi, anche anatomicamente, con gli altri sistemi nervosi la connessione con le funzioni più profonde della coscienza umana. Secondo la tradizione vedica, l’energia del cuore si cela in Anahata chakra: una “ruota” (significato letterale di chakra) sempre in movimento, che fa fluire ed espande il suo flusso vitale in tutto il corpo. Il moto e la qualità del prana che si diffondono da questo centro determinano la forma dello sterno, del dorso, delle spalle, delle braccia e, infine, delle mani: proprio queste ultime sono definite un prolungamento del cuore stesso. Infatti è grazie alle mani che puoi donare, accarezzare, abbracciare, ecc. Insomma tutte azioni che manifestano le qualità vibratorie del cuore. Ma quali sono queste qualità?
Nel chakra del cuore risiede una parte della mente chiamata Chitta (che si può tradurre come “mente-cuore”). Questa è la parte della mente adibita a formare le scintille che danno vita a tutte le sfumature emozionali di cui l’uomo è capace, sia negative che positive. Tuttavia è sempre in questo centro che nasce un’emozione specifica, pura ed elevante, al punto da poterla definire divina vista la sua forza prorompente: l’Amore. Quell’Amore di cui parla Dante nella “Divina Commedia”, tanto forte da poter muovere le stelle e che sta al centro di ogni cosa. Quell’Amore di cui si è fatto portavoce Gesù Cristo e che nell’iconografia
cristiana è simboleggiato dal Cuore Sacro, immagine della bontà divina, capace di accogliere e perdonare ogni essere. Quell’Amore incondizionato, vitale, potente, che sta al centro del tuo essere e nel quale il tuo essere dovrebbe stabilizzarsi, originando da lì ogni pensiero, parola e azione per stare bene. Quell’Amore di natura divina, che ti fa sentire che la vera felicità la devi cercare dentro di te e che ne hai così tanto da poterlo diffondere tutto intorno a te. Prova a chiedere ad un bambino dove sente l’Amore per i genitori o la gioia la mattina di Natale... Intuitivamente ti indicherà il cuore o il centro del petto!
Allargando ancora i nostri orizzonti, anche la Medicina Tradizionale Cinese approfondisce il sistema cuore. Se il cuore non fosse proprio solo l’organo che batte e scandisce il ritmo circolatorio e vitale di un individuo, ma fosse l’imperatore che governa il corpo, l’essere umano? Il corpo umano in MTC è paragonato ad un impero (semplice comprendere l’analogia con la gestione politica e sociale della Cina già nell’antichità, quando la Medicina Tradizionale Cinese si sviluppò) in cui ogni organo e viscere ha una funzione che se viene rispettata e mantenuta nel tempo assicura la Salute del regno e in questo caso dell’individuo in questione.
L’imperatore nell’antica Cina rappresentava il legame tra l’essere umano e il Cielo, il divino. Il cuore è dunque il luogo di comunicazione tra l’Uomo e le sottili energie universali. L’ideogramma del cuore esprime perfettamente l’idea e non solo il suono della parola e ci può far comprendere più in profondità il suo significato: “Il cuore è una ciotola aperta verso l’alto in cui le cose entrano per poi uscirne. Aperto in alto il cuore diviene il ricettacolo che accoglie lo Shen, le influenze celesti che scendono a permeare l’uomo, ecco il Cuore sede dello Shen, del divino che dimora in ogni uomo”.
In un cuore vuoto e calmo nulla si attacca, nulla occupa il posto vuoto facendone la propria sede, tutto si presenta, viene ricevuto per essere pesato ed apprezzato e poi fluisce lasciando questo spazio vuoto per nuove emozioni ed esperienze che andranno a nutrire l’Essere, senza occupare mai stabilmente il prezioso vuoto del cuore. Diventa chiaro come un’accezione negativa di vuoto qui debba essere rivalutata, apprezzando questa qualità come condizione necessaria per poter introdurre ogni volta il nuovo, azione fondamentale per l’evoluzione e impossibile in situazione di pieno. Nella visione della medicina tradizionale cinese, inoltre, l’organo cuore forma, insieme al viscere intestino tenue, l’elemento fuoco: se il fuoco di una persona è sano la sua vita sarà accompagnata da una gioia silenziosa e da una serena armonia interiore e esteriore. L’intestino tenue, apparentemente lontano dal significato e dal concetto di cuore, in realtà è il suo braccio operativo, l’ufficiale che separa il puro dall’impuro. Quest’ultimo, attraverso la selezione delle sostanze nutritive e l’assimilazione dei villi intestinali, dà origine alla linfa che poi, attraverso il circolo sanguigno, raggiunge ogni altra parte del corpo. Il cuore è legato anche al linguaggio, all’espressione, e dunque la sua influenza si riflette sulla lingua, mentre l’Intestino Tenue opera anche sull’udito attraverso una selezione dei suoni. Un’eventuale sordità legata ad un quadro di squilibrio dei meridiani di Cuore - Intestino Tenue è espressa dal detto popolare: “Non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire”. Tutto questo ci spiega perché, in realtà, non si sente bene se non con il cuore vuoto, calmo, aperto e connesso con gli altri e con il divino. L’integrazione tra la conoscenza anatomico-funzionale e quella tradizionale orientale è la matrice originale del lavoro profondo di Vialibera sulla persona.
L’articolo è stato redatto da Denise Baiocco, Pranavi Federica Collino e Valeria Milanesio, professioniste di Vialibera. Maggiori informazioni sono disponibili ai nostri contatti e sui social alla pagina vialibera_cuneo (via Virginio Allione 2, Cuneo, vialiberacuneo@gmail.com, 393 9876450): ogni mese approfondiamo vari temi e condividiamo spunti ed esercizi per una vita più sana e consapevole. Il denominatore comune dello staff di Vialibera è la formazione universitaria seguita da percorsi di specializzazione nei differenti settori. Il continuo e costante aggiornamento crea una rete di figure complete e all’avanguardia per la presa in
carico della persona in modo totale. Per approfondimenti potete rivolgervi allo staff di Vialibera ai contatti sopra riportati.