CUNEO - Cia Cuneo: “Lo diciamo da anni, l’agricoltura ha l’acqua alla gola. Ma la politica non ascolta”

Il presidente provinciale Claudio Conterno commenta le proteste di ieri: "Se gli agricoltori vogliono farsi sentire devono trovare il coraggio di non consegnare i prodotti per dieci giorni"

Claudio Conterno

01/02/2024 08:42

Le proteste degli agricoltori di questi giorni hanno anche messo sotto accusa le organizzazioni di categoria. Cosa dice la Cia Cuneo. Ne abbiamo parlato con il presidente provinciale Claudio Conterno. Afferma: “Gli agricoltori che protestano hanno perfettamente ragione e le loro ragioni sono le nostre, ma non devono prendersela con le associazioni categoria impegnate tutti i giorni in ogni azione possibile per tutelare il settore. Sono anni che diciamo alle Istituzioni, e in particolare ai Governi, che il mondo rurale è con l’acqua alla gola. Continuando a strozzare la gallina si arriva al punto in cui non potrà più produrre le uova. Però, la politica non ci ascolta”
 
Cosa servirebbe nell’immediato? “L’Unione Europea e lo Stato italiano da sempre pensano che attraverso i contributi, come la Pac, si risolvano le difficoltà. Invece, uno dei problemi maggiori è con l’industria agroalimentare. Bisogna sedersi subito attorno a un tavolo per trovare un accordo che, partendo dai costi di produzione dell’agricoltore, oggi calcolabili in modo preciso, riconosca per ogni coltura o animale allevato un prezzo di vendita in grado di rendere l’azienda sostenibile a livello economico. Inoltre attraverso un accordo Stato-Regioni, e con il loro sostegno istituzionale, bisogna abbassare i tassi di interesse sui mutui agricoli: il solo modo per aiutare velocemente le aziende in difficoltà”
 
Alternativa alle proteste? “Se gli agricoltori vogliono farsi sentire non devono portare i trattori in piazza, creando disagi ai cittadini, ma trovare il coraggio, tutti insieme, di non consegnare i prodotti per dieci giorni. A quel punto vediamo se il nostro comparto conta qualcosa oppure no”.    

c.s.

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