Quando si appoggia una penna su un foglio, si incide in primis un punto, così come con un punto si conclude una frase. Il contenuto di questa rubrica sarà proprio tra questi due punti ed al centro ci sarai tu.
Ma partiamo dall’inizio: vorrei cominciare raccontandovi qualcosa di me e della mia passione per le storie. Storie di vita vissuta, storie fantastiche, storie ascoltate e storie semplicemente osservate. Faccio un lavoro per alcuni misterioso e per altri da starne alla larga “finchè non si diventa matti”: sono psicologa psicoterapeuta e nel mio studio sono approdate, per periodi più o meno lunghi, molte storie di vita. Le conservo nella mia memoria, tanto che spesso i miei pazienti mi chiedono come faccia a ricordarmele: “è un po’ come se le chiedessi di raccontarmi la trama di un libro che ha letto. Anche se a distanza di tempo i dettagli possono svanire, la trama rimane impressa nella memoria” rispondo.
I libri sono sempre stati i miei compagni di viaggio, sin da piccola, così come colorare, ritagliare e incollare. Nella mia professione sono riuscita a far coincidere le mie diverse passioni: utilizzo libri in terapia come stimolo di riflessione con ogni fascia d’età; propongo attività creative per aumentare la consapevolezza nei ragazzi adolescenti e organizzo laboratori espressivi con i bambini. Conservo il profumo di matite e pennarelli dentro ad una scatola color carta da zucchero che porto con me in tutte le attività che svolgo e ogni volta che apro il coperchio e inspiro il profumo forte di legno e mina, sento di essere al posto giusto.
Tengo sempre un libro sul comò e spesso un altro in borsa, perché nessuna occasione per leggere è prevedibile, fortunatamente! Un po’ per sfida, un po’ per passione, ho deciso di intraprendere questa avventura e dare inizio ad una rubrica psicologica. Il mio obiettivo non sarà quello di fornire soluzioni o insegnamenti alle più svariate difficoltà della vita, bensì far vibrare le corde intime e personali di ciascuno di voi, perché sebbene tutti diversi, siamo anche, tutti quanti, esseri umani e nelle storie di ognuno vediamo riflesse parti della nostra. La parola è curativa perché ha il potere di farci sentire meno soli: le parole danno un nome a ciò che sentiamo e a ciò che viviamo. Le parole, quando le ascoltiamo per davvero, fanno da ponte tra il nostro mondo esteriore e interiore e ci consentono di fare il punto rispetto al nostro cammino nella vita. Alessandro Baricco scrive: “a volte le parole non bastano. E allora servono i colori. E le forme. E le note. E le emozioni”. Con questa rubrica, quindi, vorrei fare il punto della situazione di ciascuno di noi, trasformandolo in punto interrogativo, in punto esclamativo e in puntini di sospensione.
Non sempre avremo le risposte per tutto, alcune diventeranno chiare con il tempo, altre lo saranno da subito. Facciamoci accarezzare dal mondo in cui viviamo, dai colori, dalle note e dalle emozioni. Inizia, quindi, il viaggio. Vi invito a sentirvi parte attiva nella lettura di quanto scriverò, in modo da poter, seppur a distanza, avere un punto di contatto.