DRONERO - Festival Ponte del Dialogo a Dronero: un’edizione da ricordare

Ventitré incontri che hanno messo al centro la complessità della società contemporanea

Serena Dandini
Jonathan Bazzi
Matteo Bussola
Serena Dandini
Domenico Quirico
Antonio Scurati

Michele Pernice 28/03/2025 07:00

Quella che si è appena conclusa a Dronero è stata un’edizione del “Ponte del Dialogo” che ha lasciato un segno importante in chi l’ha seguita da vicino. Non solo e non tanto per la notorietà di alcuni ospiti, ma per il filo sottile che ha collegato i vari interventi, per aver avuto la possibilità di ascoltare opinioni e riflessioni che hanno dato una visione del mondo diversa da quella in apparenza condivisa da tutti.
 
C’è per fortuna – e lo ha dimostrato il teatro sempre esaurito – una parte considerevole di cittadini italiani, anche nel cuneese, che ancora crede nella cultura, nei valori del sistema democratico, nella convivenza, nella solidarietà, nel dialogo. Gli applausi a scena aperta per molti autori hanno testimoniato non solo la condivisione delle idee, ma anche la vicinanza fisica, affettuosa da parte del pubblico.
 
Un dato confermato dai risultati emersi dal questionario proposto dal Comitato promotore del festival ai partecipanti: il 65% ha seguito da 2 a 5 incontri, più dell’80% ha valutato il festival “eccellente” e oltre il 17% “buono”, con un indice di soddisfazione e di fedeltà particolarmente alto. In crescita la partecipazione dei droneresi, che stanno scoprendo le potenzialità del loro festival e ci si stanno affezionando, riconoscendolo con orgoglio come una delle “cose” più importanti che capitano in città. Ma sempre più ampio anche il bacino di provenienza dei partecipanti che arrivano da fuori: dal saluzzese, da Fossano e Savigliano, dall’albese e dal monregalese, ma anche da Pinerolo, Torino, Carmagnola. Si sta diffondendo un passa parola positivo sul festival, ben alimentato dal mondo dei social. Sono centinaia di migliaia le visualizzaioni sui profili social del Ponte del Dialogo.
 
In questa edizione è stata notata anche una maggiore presenza delle istituzioni: molto apprezzata (e forse inaspettata) dai partecipanti la presenza di S.E. il Prefetto di Cuneo, Mariano Savastano, all’apertura e alla chiusura del festival. Sono intervenuti in diverse occasioni anche l’assessore regionale Marco Gallo, il presidente della Provincia, Luca Robaldo, il presidente di Fondazione CRC, Mauro Gola, il vicepresidente di Compagnia di San Paolo, Ezio Raviola, il presidente di UNCEM Piemonte, Roberto Colombero, molti Sindaci e amministratori locali.
 
Il festival è partito col botto il 19 marzo grazie all’intervento spumeggiante di Antonio Scurati, che pur escludendo il ritorno del fascismo nella sua forma storica, ha invitato i cittadini a vigilare sui valori fondanti della democrazia e della costituzione italiana, perchè nel mondo aleggia un neanche tanto celato desiderio di autoritarismo.
 
Con Domenico Quirico lo sguardo si è allargato agli scenari di guerra che insanguinano il mondo, al ruolo dell’Europa, al futuro dell’Occidente: un’analisi lucida, a tratti spietata, con una descrizione dei campi di battaglia in Siria che ha lasciato senza fiato il pubblico. Dei valori della libertà, del rispetto, della convivivenza hanno parlato due autrici straordinarie, Espérance Hakuzwimana e Pegah Moshir Pour, applauditissime. Dalla dimensione politica e sociale si è passati alla dimensione privata e familiare con Jonathan Bazzi e con Matteo Bussola, molto attesi al festival. Il firmacopie durato più a lungo è stato proprio quello di Matteo Bussola, che ha commosso il teatro con la forza e l’autenticità dei suoi racconti sul rapporto tra genitori e figli.
 
Oltre a questi incontri, più gettonati, ce ne sono stati altri sulla stessa lunghezza d’onda e di grande interesse, come quello con l’architetto Alfonso Femia, che ha parlato di un modo nuovo e più “buono” di vivere la città e di costruire o ricostruire il senso di comunità, quello con l’antropologo Filippo Tantillo, con cui si è parlato di nuovi modelli e buone prassi per riportare le persone a vivere nelle aree interne, quelli con Marco Bosonetto, Giovanni Tesio, Mariano Tomatis, Margherita Dotta Rosso, Simone Demaria.
 
Il gran finale è toccato, domenica 23 marzo, a Serena Dandini, che ha dato vita con Mario Bosonetto ad un dialogo particolarmente coinvolgente, dai toni leggeri ma dai contenuti importanti: una riflessione sulla società italiana a partire dalla fine degli anni Sessanta, che ha spaziato dal diritto di famiglia alla politica alla scuola. Scrosci di applausi e copie del libro esaurite in pochi minuti.
 
Molto apprezzati anche i numerosi laboratori per bambini e per ragazzi, sia in orario scolastico sia al di fuori della scuola: lo spazio “Young” del festival in questa edizione è stato potenziato e ha suscitato molti commenti positivi da parte di insegnanti e genitori, che hanno chiesto un ulteriore potenziamento di questo tipo di offerta nelle prossime edizioni. Temi prioritari dei laboratori sono stati l’attenzione all’ambiente, il valore della convivenza, l’importanza dei libri.
 
Un cenno speciale va al concorso “Giallovalle” per racconti gialli sulla valle Maira, lanciato nell’edizione di novembre del festival dall’editore Nerosubianco di Cuneo e giunto a conclusione nell’edizione di marzo, con la presentazione degli autori e dei loro racconti riuniti in una bella pubblicazione, prima di una serie dedicata a tutte le valli del cuneese. Le performance di Piero Dadone e le letture di Luca Occelli hanno contribuito  a rendere molto piacevole l’incontro, svoltosi nella sede di Espaci Occitan: sono stati premiati Alessandro Borgotallo (Cuneo), Valeria Camosso (Villar San Costanzo, CN), Grazia Castiglioni (Cuneo), Simone Castino (Costigliole d’Asti, AT), Paola Conte (Cuneo), Marco Craveri (Verzuolo, CN), Enrico Gallo (Cuneo), Marco Gautero (Cuneo), Mattea Rolfo (Cuneo), Marco Maria Vilucchi (Roma).
 
Anche questa edizione del Festival è stata organizzata dal Comune di Dronero e dall’Agenzia di Sviluppo AFP, con i contributi di Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Fondazione CRC e Banca di Caraglio. Hanno collaborato attivamente all’organizzazione i giovani del Comitato promotore “Ponte del Dialogo” insieme a molte associazioni di Dronero: Centro Studi Cultura e Territorio, Voci del Mondo, Espaci Occitan, Prometheus, Dronero Cult, Blink Circolo Magico, Il Maira, OPS Officina per la Scena, Il Bottegone. Hanno collaborato anche il Museo Luigi Mallé, la Biblioteca Civica, l’Ecomuseo dell’Alta Valle Maira, il Distretto del Commercio di Dronero e della Valle Maira, l’Unione Montana Valle Maira, l’Istituto Comprensivo “G.Giolitti” e l’Istituto Alberghiero “Virginio-Donadio”, i cui allievi hanno accolto il pubblico durante gli incontri.
 
Il  “Ponte del Dialogo” non è, però, ancora finito: domenica 30 marzo propone l’ultimo appuntamento non a Dronero ma a Macra, presso la Sala Info-Ecopoint dell’Ecomuseo dell’alta Valle Maira. Una novità di questa edizione, che probabilmente si riproporrà anche nelle prossime, e che vuole coinvolgere l’intera valle nell’atmosfera del festival, riconoscendone il forte legame con Dronero.
 
A Macra saranno presentati quattro libri che parlano della valle Maira e della montagna, anche per ricordare che si sta avvicinando una data molto importante per il territorio: nel 2028, infatti, si celebreranno i 1000 anni dal primo documento scritto in cui viene citata la valle Maira. A partire dalle ore 14.30 interverranno Marika Abbà con La parete inviolata, Enrico Bertone con Viaggio in Valle Maira. Arte e natura di una terra millenaria, Nanni Olivero con Accadde in Val Maira, Giorgio Einaudi con Il rio alto o l’alto.
 
Per informazioni si può scrivere a pontedeldialogodronero@gmail.com o telefonare al numero 329 1365655.

Notizie interessanti:

Vedi altro