“Se avessi saputo che stavano per fare questo, sarei diventato un calzolaio”
(Albert Einstein, riferendosi alla bomba atomica)
Elga, una donna di 30 anni che lavora in una multinazionale, si rivolge a uno psicologo per affrontare il senso di colpa che prova dopo la morte del compagno, Enzo. Da sei mesi, Elga si sente responsabile per non aver riconosciuto i problemi di Enzo, il quale era dipendente dall'eroina e alla fine è morto in un incidente d'auto. Il senso di colpa la tormenta, impedendole di dormire e facendole pensare continuamente a ciò che avrebbe potuto fare per salvarlo. In psicologia, il senso di colpa è un sentimento umano che si manifesta come una riprovazione verso sé stessi per aver violato norme morali, religiose o giuridiche. Quando diventa patologico, il senso di colpa si caratterizza per una sensazione eccessiva e ingiustificata di responsabilità per eventi che non dipendono dall'individuo, spesso accompagnata da altri disturbi come depressione e ansia. Il senso di colpa patologico può interferire con la vita quotidiana, riducendo l'autostima e, nei casi più gravi, portando a pensieri suicidi.
Secondo Freud, il senso di colpa nasce dal conflitto tra l'Es, la parte istintiva della personalità, e il Super-io, la parte morale. Freud distingue tra senso di colpa conscio, derivante dalla consapevolezza di aver commesso un errore, e senso di colpa inconscio, legato a desideri repressi. Quest'ultimo è più profondo e difficile da elaborare, essendo alla base di molti disturbi psichici come nevrosi e depressione.
Elga racconta che Enzo le diceva di stare bene e di aver smesso con la droga, ma si arrabbiava quando lei cercava di controllarlo. Questo ha portato Elga a smettere di vigilare, facendola sentire ancora più colpevole dopo la sua morte. Il senso di colpa può nascere da autocritica eccessiva, pressioni sociali, aspettative altrui e conflitti interiori. Spesso è un modo per evitare di sentirsi impotenti di fronte a eventi fuori dal proprio controllo. In particolare, il senso di colpa può essere suddiviso in diverse categorie, secondo la Control Mastery Theory:
- Senso di colpa da separazione: la convinzione che allontanarsi fisicamente dalle persone amate possa causare loro dolore
- Senso di colpa da slealtà: emergente quando si prendono le distanze da modelli di riferimento percepiti come inautentici
- Senso di colpa del sopravvissuto: il sentimento di aver avuto fortuna rispetto a chi si ama
- Senso di colpa da responsabilità onnipotente: la convinzione di essere indispensabili per prevenire situazioni drammatiche
- Senso di colpa da odio di sé: un profondo disprezzo per sé stessi, sentendosi indegni di amore e felicità
- Senso di colpa del burdening: la paura di essere un peso per gli altri, evitando di condividere i propri sentimenti.
Elga sembra rientrare nella categoria del senso di colpa da responsabilità onnipotente, sentendosi responsabile per non aver salvato Enzo. Durante le sedute, Elga esprime il desiderio che Enzo fosse ancora vivo e con lei, riconoscendo di aver agito più come una figura di accudimento che come una compagna. Il terapeuta la invita a riflettere sulla possibilità che Enzo non volesse essere aiutato, e che la scelta di stare con lei fosse motivata dall'affetto piuttosto che dal bisogno di essere salvato. Elga riconosce che Enzo le diceva di non voler essere controllato, esprimendo la sua rabbia e dolore per la perdita. La seduta si conclude con un biglietto che recita: "La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto", per ricordarle che la vita continua anche dopo una perdita così dolorosa.
Dr.ssa Teresa Colaiacovo
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