C’è un bambina di dieci anni che si chiama Benny e sui social sta diventando molto famosa. Sono andata a sbirciare alcuni suoi video e non ho potuto non pensare che ci stiamo perdendo di vista qualcosa di essenziale. Nei video compaiono riferimenti sessisti espliciti nei quali si palesa una cultura retrograda aihmè ancora presente in alcune menti di adulti: una bambina truccata e vestita da adolescente che seduce in maniera esplicita e adultizzata dei bambini, i quali si comportano da veri machi e cercano di conquistarla. In altri video la bambina partecipa a feste, comparendo sul palco da vera diva, mostrandosi sicura di sè e perfettamente a suo agio con tutti gli occhi puntati su di lei.
La desolazione è che, osservando più attentamente, la bambina è ancora una bambina: troppo piccola per capire come si recita in un videoclip, troppo piccola per non guardare la videocamera e non toccarsi ripetutamente i capelli.
L’immagine è, mi spingo a dirlo, nauseabonda. Una bimba che sta facendo qualcosa di cui non conosce il significato, che impara da se stessa tutto ciò che donne e uomini maturi hanno cercato negli anni di scardinare: la donna non deve essere istrionica per essere importante e vista da qualcuno. Selvaggia Lucarelli ha intervistato la madre e vi lascio il piacere di approfondire da soli quello che è emerso. Se avessimo pensato che lo sfruttamento minorile fosse illegale e avessimo sottovalutato la questione?