Ha vinto con la Primavera del Torino scudetto e Supercoppa Italiana, poi è iniziato il calvario, con i ripetuti infortuni al ginocchio che lo hanno accompagnato anche nel suo trasferimento al Cuneo condizionando pesantemente la sua carriera. Ora Massimo Martino, classe '97 nativo di Savigliano, è costretto ad appendere gli scarpini al chiodo. E' stato lui stesso ad annunciarlo tramite il suo profilo Facebook.
Un inizio di carriera folgorante, quello dell'attaccante saviglianese, con i trofei in granata e l'esperienza nella Youth League, la Champions League dei giovani, poi, come detto, una via Crucis di infiniti problemi al ginocchio, iniziata il 14 novembre 2015, proprio durante la finale di Supercoppa Primavera contro la Lazio. Martino ha lavorato, ha cercato di ristabilirsi, ma come detto i problemi lo hanno accompagnato anche a Cuneo. Quattro presenze con una rete in Serie D nel 2016-2017, otto apparizioni senza reti nell'ultima stagione in C, tra continue ricadute: il crociato rotto per tre volte, le operazioni, la difficile riabilitazione, il ginocchio che continuava a fare male.
Ora la soffertissima decisione: Martino smette con il calcio a soli 21 anni, si spegne il sogno di un ragazzo sfortunato, che avrebbe potuto “sfondare” anche tra i professionisti, ma è stato tradito da un fisico troppo fragile. Di seguito il messaggio postato dallo stesso Martino su Facebook.
Non pensavo che questo momento sarebbe arrivato così presto..
Ma per cause di forza maggiori son costretto a dover appendere gli scarpini al chiodo..
Era il mio sogno più grande e nel giro di un anno mi è stata negata la possibilità di continuare a provarci, ma non ne faccio un dramma, quando si mette in mezzo la salute ed il tuo benessere fisico, ci pensi bene ed arrivi ad una conclusione ovvia.
Non son stato fortunato potrete pensare, ma credetemi nella mia “piccola-grande carriera” mi son tolto un sacco di soddisfazioni: esordire tra i professionisti, giocare la Champions League dei giovani, giocare con giocatori che tutt’ora stanno in serie A/B/C.. tutte belle cose per carità..
Ma la cosa più importante in realtà è che mi reputo fortunato perché il mondo del calcio mi ha fatto conoscere persone stupende, che prima di essere calciatori, allenatori, fisioterapisti, dirigenti, presidenti o direttori, son grandi Uomini!
Vorrei ringraziare di cuore tutti i compagni avuti quando ho vinto e quando ho perso, chi mi ha supportato, tifato, accompagnato nei momenti tristi e in quelli di gioia.
È stato un immenso piacere LAVORARE con voi.
Si volta pagina.