“Mi sono sentito tradito da giocatori a cui avevo dato tutto”. Non usa giri di parole Carlo Rocca per descrivere lo stato d’animo che lo ha portato nei giorni scorsi a rassegnare le dimissioni da allenatore del Cuneo. Subentrato a Michele Magliano nel finale della passata annata e confermato in estate dalla società, il tecnico ha deciso di lasciare la scorsa settimana, all’indomani del ko interno con l’Alba in Coppa Italia. Qualche giorno dopo, ha parlato con Cuneodice.it ritornando su quanto accaduto.
Cosa l’ha spinta a decidere di lasciare?
“Ci tengo a precisare che i risultati non c’entrano. Eravamo a 6 punti dalla testa della classifica con 23 partite ancora da giocare: la situazione non mi spaventava assolutamente, anche perché c’è da considerare che purtroppo non ho mai avuto a disposizione al completo la squadra che avevamo creato in estate. Per esempio, il centrocampo che reputo il più forte della categoria, formato da Galfrè, Brondino e Angeli, non ho mai potuto schierarlo per via degli infortuni. Insomma, si trattava di mantenere i nervi saldi, recuperare qualche giocatore importante e giocarsi un campionato ancora lungo e apertissimo”.
Quali sono state allora le ragioni della sua decisione?
“Sono successe delle cose molto gravi nello spogliatoio. Una parte dei giocatori ha fatto capire che non era completamente dalla mia parte. E non volendo io stare in Paradiso a dispetto dei Santi, c’erano solo due alternative: o la società mandava via tre giocatori che avevo individuato e si andava avanti, oppure andavo a casa io”.
La società cosa le ha risposto?
“Hanno valutato che ci potessero essere dei margini di ricomposizione della situazione con questi giocatori. Per me invece non era così. E siccome sono una persona coerente, a quel punto ho deciso di lasciare”.
Dispiaciuto che la società abbia agito così?
“No, sono scelte societarie di cui ho preso atto e che posso anche comprendere. Mi sono lasciato benissimo con la società: ho massima stima di Valter Vercellone e di Mauro Bernardi. Il rammarico ce l’ho, e grande, perché mi sono speso in prima persona per far sì che il Cuneo potesse rinforzarsi, ma evidentemente ho sbagliato la valutazione. Non sui giocatori, ma sugli uomini. Mi sono sentito tradito da persone a cui avevo dato tutto”.
Gli scontri sono stati forti con una parte dello spogliatoio?
“Guardi, avrei preferito che fosse stato così. Lo avrei accettato se ci fossero stati degli scontri, anche accesi. Invece queste persone hanno agito alle spalle, indice della statura morale di certi giocatori”.
Al suo posto è stato scelto Enrico Fantini. Lo conosce?
“Non lo conosco personalmente, ma ha un curriculum per cui c’è solo da mettersi sull’attenti. Gli faccio un grande in bocca al lupo”.
E Carlo Rocca cosa farà adesso? Attende una nuova sfida?
“Mi prendo un periodo di riposo dal calcio. E se dovessi rientrare, non credo che sarà più come tecnico, ma eventualmente con altri ruoli. In questo momento, non ho assolutamente voglia di tornare ad allenare. Questa esperienza mi ha deluso e segnato: forse questo non è più il mio calcio. O forse è un calcio in cui è difficile stare per chi vuole essere coerente”.