CUNEO - "Chi critica non sa quanto stiamo male. Il campionato? Lo abbiamo perso a Torino con la CBS"

Il direttore generale del Cuneo Valter Vercellone parla dopo l'eliminazione dai playoff dei biancorossi: "Amo questi colori, per me è la delusione sportiva più grande". E sul futuro dice: "Dobbiamo parlare con il tecnico"

Gabriele Destefanis 06/06/2023 11:00

“Forse la gente non si rende conto di quanto siamo stati male. Io per primo. Amo il Cuneo e questa è stata la delusione sportiva più grande della mia vita”. Quando ripensa a “quelle maledette ultime tre giornate”, Valter Vercellone ancora non si dà pace. Il sogno del ritorno in serie D del suo Cuneo era lì ad un passo. Ma qualcosa, sul più bello, si è inceppato. A pochi giorni dalla fine della stagione, con l’eliminazione dei biancorossi dai playoff nazionali per mano del Mapello, abbiamo fatto un bilancio di questa annata con il direttore generale. Tra rimpianti, orgoglio e uno sguardo verso il futuro, che non è detto che sia ancora con mister Magliano.
 
Valter, qual è il tuo stato d’animo a pochi giorni dall’eliminazione del Cuneo dai playoff?
“Come vuoi che sia, c’è tanta delusione. Perché abbiamo fatto una stagione bellissima, stupenda, fino a quelle maledette tre giornate finali”.
 
Anche se poi dopo quelle giornate ci sono stati i playoff. Ci credevate o a quel punto c’era già troppa delusione?
“La delusione dopo Centallo c’era, però nei playoff ci credevamo davvero. Specialmente dopo aver passato la prima fase battendo la Pro Villafranca, avevamo delle speranze di poter arrivare fino in fondo. Ma gli ultimi 20 minuti di Mapello hanno deciso la qualificazione. Peccato, perché avevamo fatto un’ottima partita e abbiamo avuto anche le possibilità per passare in vantaggio. Diciamo che non ci è girata neanche troppo bene, tra infortuni e situazioni sfavorevoli. Ma la serie D l’abbiamo persa prima”.
 
Esattamente quando, secondo te?
“A Torino contro la CBS, la terz’ultima giornata”.
 
È quella la partita che vorresti rigiocare, se ne avessi la possibilità?
“Sì. Avevamo 4 punti di vantaggio: vincendo avremmo conservato quel vantaggio con solo più due giornate da disputare. Invece siamo partiti malissimo, giocando il primo tempo forse più brutto della stagione. Siamo andati sotto, abbiamo dovuto rincorrere, riuscendo a strappare il pari solo nel finale. Da lì è cambiato qualcosa nella testa dei giocatori, che forse hanno iniziato ad avere paura di non farcela. È l’unica spiegazione possibile, perché noi non siamo quelli di Torino o di Centallo”.
 
Cosa hai detto ai giocatori?
“Non ho parlato con loro dopo la partita, lo farò. In quell'occasione ha parlato il mister, che ha detto le cose giuste. Loro sanno quanto bene voglio ad ognuno di loro. Mi hanno dato tantissimo, hanno fatto una stagione splendida fino a quelle maledette ultime tre giornate. C’è tanto rammarico, perché è mancato davvero pochissimo per raggiungere un grande obiettivo. E credo che lo avremmo meritato, per l’annata che abbiamo fatto. Ma io sono comunque orgoglioso di loro”.
 
Dopo Centallo e poi dopo l’uscita dai playoff sono piovute molte critiche alla società, e a te in particolare. Cosa vuoi rispondere?
“Io credo che i veri tifosi sono quelli che sono venuti allo stadio e hanno tifato, non quelli che si nascondono dietro a una tastiera e fanno certi commenti. Non sanno il dolore che ci danno facendo così, e non sanno quanto abbiamo sofferto. Io, personalmente, amo il Cuneo. Chi mi conosce lo sa, e solo chi mi conosce davvero sa quanto sono stato male. Forse non se ne rendono conto: per me è stata la delusione sportiva più grande”.
 
Però resta l’orgoglio di aver fatto riavvicinare tanta gente al Cuneo.
“Questa è una cosa bellissima: nelle ultime quattro partite casalinghe c’erano più di 1000 persone allo stadio, numeri che non fanno neanche società di serie D. La città si è riavvicinata al Cuneo. E c’è l’orgoglio anche di aver fatto questa stagione con una squadra che, ci tengo a sottolinearlo, ha solo qualche innesto in più rispetto a quella che pochi anni fa si è salvata ai playout con l’Albese e ha costi di gran lunga inferiori paragonati a quelli di altre realtà della categoria. Il nome che portiamo condiziona le valutazioni: il giudizio cambia perché ti chiami Cuneo e non Olmo, ma nelle analisi che si fanno bisognerebbe tenere conto di questi aspetti”.
 
E adesso? Come si riparte dopo una delusione così grande?
“Non è facile. Ma il progetto va avanti con ambizioni intatte. Certo, siamo consapevoli di aver avuto una grande occasione, perché il prossimo anno ci saranno formazioni importanti al via e non sarà facile ripetersi su questi livelli. Ma ci proveremo, l’obiettivo resta quello”.
 
Si riparte da mister Magliano?
“Con il mister dobbiamo fare il punto della situazione, così come con tutti i giocatori”.
 
Ci saranno tanti cambiamenti?
“Qualche cambiamento ci sarà, come è normale che sia. Dipenderà anche dai giocatori. Ma ripeto, devo ancora parlare con loro. Questa settimana sono via per lavoro, dalla prossima inizierò i colloqui e cominceremo a pianificare la prossima stagione”.

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