Conquistata la salvezza, ottenuta quella permanenza nel professionismo che rappresenta per la società un
traguardo storico, ora per il Cuneo l'obiettivo è quello di conquistare la città. Traguardo, stando ai numeri, paradossalmente ancora più difficile di quello centrato sul campo dai ragazzi di mister William Viali. A testimoniare un certo “distacco” della città e del territorio dalle sorti della prima squadra biancorossa sono come detto i numeri, quelli relativi all'affluenza allo stadio “Paschiero”: anche per questa stagione i dati restituiscono l'immagine di un impianto spesso e volentieri semi-vuoto, con presenze ed affluenza ben lontane dalla media della categoria.
Secondo il portale www.stadiapostcards.com, per la stagione 2017-2018, lo stadio di corso Monviso ha fatto registrare, in occasione delle gare casalinghe del Cuneo, una media di 680 spettatori. Di fatto, si è riempito per i match dei biancorossi meno di un terzo dello stadio, che ha una capienza ufficiale di 3060 posti a sedere. Il record contro il Pisa (1500 spettatori), il primato negativo i 450 biglietti “staccati” per il match contro il Pro Piacenza. La media spettatori del Cuneo è la 15° del girone A di Serie C: medie inferiori solo per Arzachena, Gavorrano, Prato e Pro Piacenza, le prime due espressioni di città da circa 10 mila abitanti, l'ultima penalizzata dalla presenza “ingombrante” del Piacenza, storica società cittadina.
Allargando il raggio di analisi ai tre raggruppamenti di terza serie, escludendo il Modena, fallito a stagione in corso, il Cuneo si piazza al 48° posto su 56 squadre. Il dato è sconfortante, sintomo di una realtà e di un territorio che non riescono a “scaldarsi” per i biancorossi. Guardare a chi sta dietro non consola: si tratta infatti di società che rappresentano piccole città, dal Renate al Santarcangelo, dall'Akragas alle già citate Gavorrano e Arzachena.
Massima espressione calcistica di una città di oltre 50 mila abitanti e di una provincia da 590 mila residenti, il Cuneo può e deve ambire a crescere anche da questo punto di vista. In questo senso la permanenza tra i professionisti potrà fare da propulsore, da “calamita” per nuovi tifosi o semplici appassionati. E' ad oggi impossibile ambire ai numeri di realtà storiche come Lecce, Catania o Pisa (le prime due vantano una media che supera i 10 mila spettatori), ma non è utopistico sperare di scalare almeno qualche posizione in questa speciale classifica, che vede davanti al Cuneo anche società che rappresentano città e territori di gran lunga meno popolosi. Conquistata la salvezza, come detto in apertura, ora davanti ai biancorossi si para una sfida forse ancora più difficile: conquistare i tifosi.