“Una cosa assurda e indecente. Una gara così ingiusta non l’ho mai vista”. Federica Brignone non ha usato mezzi termini ieri, martedì 16 febbraio, al termine del parallelo dei Mondiali di sci alpino di Cortina. Nel mirino della valdostana, eliminata ai quarti di finale da Marta Bassino che ha poi vinto l’oro, il tracciato e il regolamento della prova. Il riferimento è al “penalty time” massimo di 50 centesimi, ossia il ritardo che viene assegnato di default a chi taglia il traguardo nella prima manche con distacchi superiori al mezzo secondo.

 

“Nella prima run puoi dare all’avversaria solo mezzo secondo, nella seconda però l’avversaria può darti 6 o 7 decimi” ha tuonato l’azzurra, visibilmente alterata, dopo la conclusione della gara: “Sono curiosa di sapere quanto ho dato a Marta nella prima manche”. A chiarire i dubbi di Federica Brignone e a smentire le sue accuse, però, ci ha pensato la FIS, che nella serata di ieri ha pubblicato i tempi effettivi ottenuti dalle atlete nelle varie run del tabellone finale. Ne è emerso che in quei quarti di finale Marta Bassino ha ottenuto un tempo complessivo migliore e si sarebbe qualificata anche partendo nella seconda discesa con l’effettivo ritardo accumulato nella prima: insomma, Federica Brignone non è stata eliminata da un “regolamento indecente”, ma più semplicemente da un’atleta che ieri ha sciato meglio di lei.

 

Nella prima run, infatti, Federica Brignone ha superato Marta Bassino di 52 centesimi (22.91 contro 23.43), mentre nella seconda la borgarina ha battuto la valdostana di 62 centesimi (23.04 contro 23.66). Anche partendo con il ritardo effettivo di 52 centesimi e non con il mezzo secondo di default assegnato per regolamento, quindi, l’atleta di Borgo San Dalmazzo avrebbe tagliato il traguardo per prima.