CUNEO - Fidal Piemonte, in pista il cuneese Raffaele Delpui: “All’atletica serve una marcia in più”

Il 48enne avvocato e docente corre per la presidenza regionale. Con lui una squadra di aspiranti consiglieri e lo “sponsor” Paolo Bongioanni: “È l’uomo giusto”

Andrea Cascioli 19/09/2024 10:05

Cuore e polmoni, come ai tempi - lontani ma non dimenticati - in cui correva in pista. Raffaele Delpui si candida alla presidenza della Fidal piemontese, sostenuto da una squadra di nomi noti del mondo sportivo: ex atleti, dirigenti, allenatori, giudici di gara, riuniti nella lista “Un futuro per l’atletica”.
 
“Chi mi conosce sa che ho corso dagli 800 metri alla mezza maratona, poi ho smesso: l’atletica a Cuneo è stata il mio primo amore” racconta il 48enne cuneese. Laureato in giurisprudenza a Genova con una tesi in diritto sportivo, Delpui è avvocato civilista e penalista nel foro di Torino e viceprocuratore onorario a Cuneo. Nella Granda è stato anche docente di diritto ed economia in diverse scuole superiori. Alle spalle, in gioventù, una carriera di mezzofondista sotto la guida di allenatori come Bianco, Catalfamo e l’indimenticato Walter Merlo, grazie ai quali ha raggiunto la partecipazione a meeting nazionali. Nel CUS Torino ha poi continuato l’attività sulle distanze fino ai 5000 in pista e alle corse su strada, prendendo parte anche ai campionati italiani di corsa campestre e alla mezza maratona.
 
Ora, spiega, dopo aver sentito di nuovo il profumo del tartan ha deciso di mettere la sua esperienza - anche professionale - al servizio dell’atletica. Nella sede dell’Atl cuneese, dove ha presentato la candidatura, c’erano ad ascoltarlo i rappresentanti di diverse società sportive: “Qualcuno si spaventa se sente la parola ‘cambiare’: proponiamo allora la parola ‘migliorare’. Se non si mette una marcia in più, si perde la concorrenza con regioni vicine come la Lombardia. Bisogna agire il più possibile adesso, perché investiamo per i prossimi dieci o vent’anni”. Le idee sono quelle esposte nelle otto pagine di programma, a cominciare dalla proposta di uno “sportello società” per offrire ai club un aiuto con la burocrazia e non solo: “Sarà gestito da volontari che dedicheranno qualche ora alla buona causa dell’atletica e alle consulenze mirate. Le problematiche sono le stesse del terzo settore, con una normativa fiscale che a volte cambia”.
 
C’è il tema dell’impiantistica, rispetto al quale Delpui propone una ricognizione sotto tutti i profili: “Le grandi opere vanno governate dall’alto, perché un impianto di atletica costa tantissimo. Questo è uno sport orgogliosamente povero, che ha bisogno di contributi”. Ma ne hanno bisogno anche le società nella loro azione quotidiana: “Le procedure dei bandi sono molto complesse, bisogna muoversi per tempo e partecipare insieme ai comuni. Per il mestiere che faccio sono particolarmente attento alle norme, è qualcosa che va gestito con un approccio professionale”. Oltre che alle istituzioni, si guarda anzitutto alla sinergia con la scuola: “Nelle realtà locali spesso il docente di educazione fisica preferisce altri sport o la scuola non può accedere agli impianti: dobbiamo rafforzare il rapporto”. E poi, aggiunge da docente, “servono politiche per evitare che i ragazzi smettano di fare attività: evitiamo le fughe di talenti in altre regioni e coinvolgiamo i talenti del passato per incentivare i giovani a restare. A volte basta parlare, come quando un ragazzo smette di andare a scuola perché ci sono problemi a casa: spesso da piccoli equivoci o da liti con un allenatore scaturisce la decisione di lasciare lo sport”.
 
Parlando del rapporto tra sport e turismo, l’aspirante presidente cita l’esempio del Trentino, in particolare il giro del lago di Resia sullo sfondo delle Dolomiti e del campanile sommerso di Curon: “Abbiamo montagne bellissime. Bisogna ragionare sul contributo che lo sport offre al turismo e viceversa: gli enti locali vanno stimolati a trovare i contributi, con un occhio di riguardo per la corsa in montagna”. Idee chiare, infine, circa la riorganizzazione della Fidal: no all’abolizione dei comitati provinciali (“ma va promosso un maggior coordinamento, anche con regioni limitrofe”), no alla tassa “euro”, sì a una maggior condivisione dei criteri di bilancio e alla valorizzazione del lavoro dei dipendenti federali “migliorando le procedure dal punto di vista tecnologico e lavorativo, anche con l’utilizzo dell’AI”. Una riflessione a parte la merita il nodo della scarsità di giudici di gara: “Nessuno ha la bacchetta magica, ma una delle principali criticità è proprio la carenza di giudici di gara che poi va a condizionare tutto il calendario degli eventi: è il momento di investire su questa realtà”.
 
Insieme al “front runner” erano a Cuneo due dei candidati consiglieri, Maura Mirra (35 anni, ex consigliera regionale in Campania e giudice nazionale) e Paolo Aimar (anch’egli 35enne, mezzofondista tra i più apprezzati a livello provinciale in gioventù e ora in categoria master), con il consigliere regionale uscente Felice Spadaro in collegamento. Gli altri nomi in lista sono quelli di Francesco Russo (dirigente sportivo e allenatore, già fiduciario provinciale di Asti), Veronica Rossi (organizzatrice di eventi sportivi nazionali e internazionali a Torino) e Fabrizio Pen (commercialista e revisore dei conti con svariate partecipazioni a maratone). Un saluto speciale, in vista dell’assemblea regionale del 28 settembre a Borgaro Torinese, lo ha portato l’assessore regionale Paolo Bongioanni, anche lui appassionato sportivo: “Dico sempre che l’uomo fa la differenza, Raffaele è l’uomo giusto al posto giusto”.

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