CUNEO - "Investire per il bomber o per il centro sportivo? Abbiamo scelto di lasciare qualcosa alla comunità"

I vertici del Cuneo Calcio in Commissione dopo le contestazioni dei tifosi. Bernardi: "A livello di risultati si può sempre migliorare, ma siamo orgogliosi dell'impatto sociale avuto in tre anni"

Andrea Dalmasso 04/06/2024 21:36

Oltre due ore di discussione, dai toni a tratti decisamente accesi, come spesso è accaduto negli ultimi anni quando il tema affrontato è stato quello relativo al Cuneo Calcio. Proprio della situazione del club biancorosso si è parlato stasera, martedì 4 giugno, durante la seduta della Quarta Commissione del Comune. Una riunione nata su richiesta dei consiglieri degli Indipendenti Giancarlo Boselli e Paolo Armellini, su spunto del comunicato (molto critico nei confronti della dirigenza) diffuso dai gruppi organizzati della tifoseria biancorossa all’indomani dell’eliminazione della squadra di mister Carlo Rocca dai playoff di Eccellenza. Per l’AC Cuneo 1905 Olmo sono intervenuti il presidente Mauro Bernardi, il vice Riccardo Andreis e il direttore generale Valter Vercellone.
 
Ad aprire il dibattito è stato l’assessore allo Sport Valter Fantino, che ha ripercorso gli ultimi travagliati anni del Cuneo Calcio: dalla tragicomica stagione 2018-2019 al fallimento, fino alla ripartenza in Terza Categoria sotto il segno del Cuneo FC, all’acquisizione del marchio AC Cuneo 1905 e alla fusione con l’Olmo.
 
A prendere la parola per primo, per conto della società, è stato Vercellone, che ha alzato da subito i toni della discussione: “L’AC Cuneo 1905 aveva una matricola Figc: il lodo Petrucci avrebbe consentito al Comune di acquisirla e preservarla dopo il fallimento, ma allora nessuno se ne occupò”. Poi le accuse nei confronti dell’ultima dirigenza del “vecchio” Cuneo, quella guidata dal tristemente noto Roberto Lamanna: “Avevo un contratto da professionista con quella società, lo strappai, avevo capito che si sarebbe arrivati al fallimento. Avevo avvertito tutti, dal Comune alla Questura: dovevamo combattere contro Lamanna, ma nessuno fece niente”. Anche per l’assessore Fantino quelli legati alla stagione 2018-2019 sono ricordi infelici: “Ricordo la Commissione sullo stadio: posso affermare che fu uno dei momenti più ridicoli mai vissuti in questa sala, l’apoteosi della presa per i fondelli. È triste pensare che questi personaggi possano continuare a lavorare nel mondo del calcio. In un paese normale queste persone non dovrebbero gestire nemmeno un circolo ACLI, con tutto il rispetto per i circoli ACLI”.
 
Offensiva immediata anche quella del presidente Mauro Bernardi: “Trovo questa Commissione fuori luogo: siamo qui per cortesia, ma ricordo che siamo una Asd privata, costituita da soci privati, senza alcuna partecipazione comunale". "Se voleste anche informazioni sull’altra mia azienda privata sarò lieto di darvele, posso darvi i bilanci del Bar Corso", ha ironizzato Bernardi, titolare del noto bar di corso Nizza.
 
Boselli: “Preoccupazioni legittime”
 
Poi gli interventi di Boselli e Armellini, che hanno richiesto la convocazione della seduta: “Siamo in Italia, è noto che lo sport principale è il calcio, che ha ripercussioni nella vita sociale anche al di fuori degli stadi. Le preoccupazioni ci sono e credo siano legittime, legate ai risultati. Ci sono situazioni non positive in termini di riflessi di immagine per la città”, ha spiegato il capogruppo degli Indipendenti. 
 
Ci ha preoccupati la lettera diffusa dai tifosi, in cui sono venute fuori valutazioni di una certa gravità sulla situazione del Cuneo Calcio”, ha proseguito Armellini, che pur citando anche la situazione dello stadio (“disastrato e pericoloso”) ha concentrato buona parte del suo intervento sulla questione legata ai risultati del campo: “Molti tifosi non vanno più a vedere il Cuneo a causa dei risultati, il tifoso è diventato esigente, i campionati a cui si partecipa non sono più così interessanti. Questa dirigenza ha risollevato il Cuneo dopo un fallimento, ma non ci può essere una riconoscenza eterna. Non possiamo permettere che una squadra di una città capoluogo di provincia vada a giocare contro squadre di paesi. Chiediamo di avere più ambizione, di non accontentarsi. Ci sono città delle dimensioni di Cuneo che hanno società stabilmente in categorie superiori”.
 
Ho qualche difficoltà a comprendere il senso di questa riunione”, ha detto invece Beppe Lauria: “Bernardi ha ragione quando dice che si tratta di una società privata. Però pur nella libertà che ha e deve avere la società, è altrettanto vero che il Comune possa chiedere di incontrarla in quanto utilizza dei beni del Comune”. Anche lui ha ricordato le fasi post fallimento, con una stilettata all’amministrazione comunale: “Nella fase che portò il Cuneo all’amministrazione controllata ci fu l’assenza straordinaria del Comune: avrebbe dovuto occuparsi quantomeno di iscrivere la squadra alla Serie D, poi si sarebbe pensato a cercare eventuali acquirenti”.
 
Poi la riflessione sul presente: “Una società in Serie D costa tra i 700 mila e il milione di euro all’anno. Parlare è facile, ma senza i soldi non si fa niente. È vero però che le aspettative le ha create la società quando è avvenuta la fusione. La società ha portato i tifosi a pensare a qualcosa di diverso. D’altra parte una società non è obbligata ad accontentare i tifosi solo perchè vengono lì e alzano la manina”. 
 
Molto più netta la posizione di Luca Paschiero (Crescere Insieme): “Questa riunione non ha alcun senso, non so come ci sia venuto in mente di convocare questa seduta. C’è una confusione nei ruoli. La società venendo qui ha fatto un gesto di gentilezza, essendo una società privata che ha il diritto di fare le sue scelte”. “Questa amministrazione non può mettere le mani dentro la società. È chiaro che ci sia la voglia di tornare a certi fasti, spero la dirigenza possa prendere come stimolo questa serata”, ha detto invece Claudio Bongiovanni (Cuneo MIA). 
 
Intervento da imprenditore e da uomo di sport quello di Franco Civallero, esponente di Forza Italia, in passato vicepresidente della Bre Banca Lannutti nella Serie A1 di pallavolo: “Sentendomi dire alcune delle cose dette stasera ai dirigenti del Cuneo me ne sarei già andato. La situazione odierna non permette di mettere capitali che c’erano a disposizione una volta, eppure anche noi eravamo contestati in modo anche volgare. Mi dà fastidio che certi tifosi si permettano di contestare, loro non credo abbiano messo la mano al portafogli. Si protesta se contribuisci”.
 
A chiudere il giro di interventi l’assessore Andrea Girard: “Dopo che una società è fallita io mi sento di dover dire grazie a chi l’ha raccolta e ha riportato il nome di Cuneo in giro per il Piemonte e nel nord Italia”. 
 
Le risposte da parte della società
 
Ad aprire le repliche da parte dei rappresentanti del club biancorosso il dg Vercellone, che ha ribattuto ad una delle critiche mosse dalla tifoseria, relativa ai ragazzi del vivaio “ceduti” alla Juventus (il Cuneo fa parte della Academy della “Vecchia Signora”): “Abbiamo mandato alla Juve bambini del 2015 e 2016: come potevamo chiedere loro di fermarsi da noi rinunciando a questa possibilità? È un onore per noi vederli raggiungere questo traguardo. Come faccio a dire a un bambino di rimanere al Cuneo perchè forse tra dieci anni giocherà in prima squadra?".
 
Poi la relazione del presidente Bernardi: “Il nostro progetto è nato tre anni fa, cercando di coinvolgere il territorio, con l’obiettivo di creare un forte impatto sociale. La società deve avere ambizioni, tutti noi vorremmo vincere, ma chi ha corso solo dietro ai risultati ha portato il Cuneo a fallire. Lo sport costa, nessuno lo fa gratis, chi gioca in Eccellenza viene retribuito. Abbiamo di fronte due possibilità: investiamo in crescita e impatto sociale oppure in risultati? Noi abbiamo fatto una scelta chiara fin dall’inizio: vogliamo creare un gruppo sano e coeso, che possa crescere passo dopo passo per poi arrivare un domani ai risultati che speriamo di poter avere, ma non mettendo a rischio i bilanci, che abbiamo chiuso in attivo sia nel 2022 che nel 2023. Nella lettera dei tifosi si parlava di situazione ‘grave’: si parla di risultati? In tre anni siamo sempre andati ai playoff. Si può sempre fare di più, ma non vedo una situazione così grave. Le giovanili vincono campionati tutti gli anni, la juniores pochi giorni fa ha vinto la Coppa Piemonte, diversi titolari della prima squadra vengono dal settore giovanile. Siamo stati l’unica società premiata ai Golden Boy 2023 per il lavoro nel vivaio. Sono orgoglioso dell’impatto sociale che chi lavora nel Cuneo ha avuto negli ultimi tre anni: abbiamo allenatori che dedicano il loro tempo ai ragazzi e alle famiglie, che ogni settimana si dedicano alla crescita dei 450 tesserati”.
 
Gli investimenti a Piccapietra
 
Bernardi ha poi rivendicato gli investimenti per la riqualificazione dell’impianto di Piccapietra: “Abbiamo un centro sportivo di proprietà comunale su cui la società ha investito 414.900 euro di denaro privato, grazie alle aziende che ci hanno aiutato. Non abbiamo speso per il bomber, ma per riqualificare impianti sportivi pubblici. Parliamo di qualcosa che rimane alla comunità, mentre i 30-40 mila euro che dai a un centravanti vanno a lui, ci si compra un orologio da Rabino. Abbiamo tre nuovi campi in sintetico fatti da noi: a Fossano, Saluzzo e Centallo ci ha pensato il Comune, qui ci ha pensato l’AC Cuneo 1905. Con quei 414 mila euro magari ci potevamo vincere il campionato, ma non ci sarebbe stato alcun impatto sociale, avremmo arricchito venti ragazzi, pagandoli per non lavorare”.
 
Sono stato insultato davanti alla mia famiglia allo stadio, ho avuto striscioni insultanti, mi hanno attaccato gli stampini davanti al bar. - ha proseguito Bernardi - Mi si permetta di dare un minimo di enfasi a quel che abbiamo fatto. Noi abbiamo fatto un percorso di cui personalmente sono onorato. La prima squadra è cresciuta, poi è chiaro che si può sempre fare di più. Per fare un salto in avanti servono almeno 100-200 mila euro in più, trovarli non è facile per nessuno, è un momento difficile per le società sportive. Io ho aperto tutte le porte che potevo”.
 
Sul seguito della prima squadra: “Abbiamo una media di 550-600 persone allo stadio, non le ho mai viste da altre parti. Ci sono squadre di Serie C che non arrivano a mille persone sugli spalti: quella è comunicazione del territorio? Oppure da quel punto di vista è meglio organizzare tornei in cui si portano in città squadre da tutta Italia? Tutti vorremmo i risultati, l’ambizione c’è, ma bisogna che il bilancio stia in piedi e bisogna fare delle scelte. Siamo pronti a fare un passo indietro qualora arrivi qualcuno disposto ad avere ambizioni superiori alle nostre, ma finora non è arrivato nessuno". La chiusura sulla questione stadio: “Sappiamo tutti che il Paschiero ha dei problemi, ma vi garantisco che in giro in Eccellenza si vede ben di peggio”. 
 
La discussione finale
 
La lunga discussione dimostra che la seduta di stasera aveva molto senso. Credo che si debba andare anche in una direzione che veda gratificate le aspettative dei tifosi a livello di risultati. La capacità di una società si misura anche con la capacità di raccogliere fondi. Riconosco quello che la società ha fatto, ma ritengo che ci possano essere risultati migliori. Se il progetto è credibile i soldi si troveranno”, ha chiuso Boselli, accusando poi il Comune per non aver ancora stanziato i fondi per la riqualificazione del “Paschiero”:  “Invito a programmare una commissione allo stadio per ispezionare la situazione”. 
 
Trovare i soldi non è così semplice. Checchè se ne dica, tutta l’imprenditoria cuneese che viene definita illuminata non mette un euro per le attività sportive locali. A mio avviso è normale, in ogni caso, che una società sportiva debba perseguire anche i risultati: io credo che lo strappo tra società e tifosi vada ricucito, perchè è opportuno farlo”, ha commentato Lauria.
 
Poi ancora la parola al presidente biancorosso Bernardi: “Prenderemo spunto da stasera, se potremo, per continuare a crescere. Noi non siamo convinti di essere bravissimi: ho solo raccontato un percorso a mio avviso giusto, poi rispettiamo il giudizio di tutti. Ricordiamo sempre che abbiamo preso un brand che era morto, questo non va sottovalutato. Il valore dello sport è anche vincere? Per me è diffondere quelli che sono i valori dello sport, crescita umana. La ricerca della vittoria ad ogni costo crea meccanismi deleteri”.

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