Riceviamo e pubblichiamo.
Prendiamo atto con incredulità e sconcerto del fatto che i grandi club nazionali cercano ostinatamente in ogni modo di riprendere comunque la loro attività agonistica prima possibile, nonostante la drammatica emergenza sanitaria con alcune positività conclamate anche all'interno delle loro squadre. Certo basta chiudersi tutti, giocatori, tecnici, collaboratori, dirigenti in un isolamento volontario all'interno di alberghi di lusso, con quei controlli medici costanti ancora troppe volte vergognosamente negati ai nostri anziani nelle case di riposo, giocare verosimilmente almeno fino ad ottobre, se non a dicembre, porte chiuse, contando solo sui diritti televisivi e senza problemi relativi a spogliatoi che sono vere e proprie suite. Ai nostri livelli invece non ci sono professionisti, i presidenti sono mossi solo da una enorme passione, e prima ancora dall'amore per la propria città, non ci sono staff medici strapagati a completa disposizione nè strutture meravigliose, e per far quadrare i conti come un volta si fa ancora affidamento perfino sugli abbonamenti e gli incassi delle partite. Ma prima ancora un incontro dovrebbe essere anzitutto un momento di festa, non un problema sanitario, di ordine pubblico, una recita teatrale da organizzare comunque malinconicamente senza spettatori, nè la gioia di un abbraccio rabbioso dopo una goal, subito condiviso idealmente coi propri tifosi. Per questo sarebbe ora che qualcuno molto concretamente prendesse atto, prima di ogni altra discussione sui massimi sistemi, come le fantasiose proposte di un nuova "Terza Serie", del fatto che non ci sono concretamente molte alternative. O si deliberano per il calcio dilettantistico protocolli di sicurezza completamente diversi, decisamente meno rigorosi e quindi sostanzialmente inutili in modo da consentire comunque una ripresa dell'attività, non solo riguardo alle Prime Squadre ma anche ai Settori Giovanili troppe volte dimenticati, oppure bisognerebbe molto più seriamente prendere atto serenamente della realtà e posticipare l'inizio ufficiale della prossima stagione dal 1° luglio che è ormai vicinissimo al 1° gennaio 2021, quando verosimilmente lo scenario sanitario dovrebbe essere decisamente meno drammatico, nel rispetto di tutti noi che contribuiamo a rendere il calcio il gioco più bello del mondo.
Corrado Beccacini, presidente della Pro Dronero