Nicola Dutto non prenderà parte alla Dakar 2022. Il centauro di Beinette, primo pilota paraplegico al via della corsa, aveva già preso parte al celebre raid nel 2019, prima di una discussa squalifica seguita da aspre polemiche. Ora la nuova doccia fredda, con l’organizzazione della Dakar che ha rigettato la sua domanda di iscrizione.
A pubblicare la risposta ricevuta è stato lo stesso Dutto, in un comunicato diffuso ieri, giovedì 5 agosto. Questo un passaggio, tradotto dall’inglese: “I nostri criteri si basano essenzialmente sulle qualità sportive dei concorrenti e sulla loro esperienza in competizioni di rally raid di prim'ordine. Considerati questi criteri, purtroppo non possiamo accettare la tua candidatura per l'edizione 2022. La Dakar non è impossibile, ma è difficile, e il nostro ruolo è soprattutto quello di far sì che ogni partecipante sia ‘armato e pronto’ per affrontare la sfida. Assicurati di essere pronto per la Dakar 2023 partecipando regolarmente alle corse e completando almeno una sfida che coinvolge tutti gli elementi del rally raid, ovvero: deserto, dune, navigazione e un minimo di cinque giorni di resistenza. Se completi almeno una di queste sfide, saremo in grado di riesaminare la tua prossima domanda con la massima attenzione. Il Dakar Competition Department è qui per aiutarti e accompagnarti mentre prepari il tuo progetto Dakar 2023”. Risposta singolare, dato che nel 2019 Dutto era stato ammesso alla stessa gara e che il beinettese partecipa regolarmente a competizioni di questo genere (a luglio è giunto terzo al rally Baja de Aragon in Spagna).
“Le polemiche non mi appartengono e sono consapevole che la Dakar è una gara ad invito, - ha commentato lo stesso Dutto - ma la mia esclusione mi lascia amareggiato e deluso. Ho partecipato con successo, arrivando in classifica davanti a molti normodotati, al Merzouga Rally, al Rally del Marocco, all’Africa Eco Race e percorso in tabella di marcia quattro tappe della stessa Dakar del 2019 corsa un Perù, dove mi ritirai perché un mio ghost rider ruppe il motore. Mi sento pronto a partecipare con buoni risultati anche ai rally più impegnativi e questa consapevolezza accresce il mio grande disagio nel non poter portare il mio messaggio di speranza ai tanti diversamente abili anche a questa Dakar in Arabia Saudita. In ogni caso, non mollerò neppure questa volta e continuerò sulla strada che, con il sostegno di chi mi ama, traccio ogni giorno”.