“Nei Centri Federali Territoriali abbiamo istituiremo questa regola: se un genitore durante un allenamento ha comportamenti non consoni, l'allenamento successivo viene chiuso a tutti i genitori. Insomma, una sorta di “Daspo” dai campi di allenamento. E' un segnale che vogliamo dare, lo sport deve essere anche educazione e formazione, e certi comportamenti vanno combattuti con ogni mezzo”. E' la “ricetta” di Michele Uva, direttore generale della Figc e vicepresidente Uefa, intervenuto oggi, venerdì 4 maggio, a Dogliani in occasione dell'incontro “Il Rinascimento del calcio italiano” nell'ambito del Festival della Tv e dei Nuovi Media.
Insieme a lui anche Evelina Christillin, Maurizio Crosetti e Alessandro Costacurta. “Non dobbiamo dimenticare l'influenza che noi adulti abbiamo sui più giovani: non con gli insegnamenti, ma con l'esempio che diamo con i nostri comportamenti”, ha aggiunto l'ex difensore del Milan, oggi sub commissario straordinario della Figc.
I Centri Federali Territoriali sono nati sull'onda di quanto avvenuto in altri paesi europei, la Germania su tutti: si tratta di una delle misure che la Figc ha deciso di adottare per provare a “ricostruire” il nostro calcio dalle basi, vale a dire dai più giovani. Ad oggi in Italia sono 40, a regime si arriverà ad averne 200. In provincia di Cuneo un Cft è presente ad Alba: ogni lunedì, su tutto il territorio nazionale, migliaia di ragazzi e ragazze tra i 12 e i 14 anni si ritrovano e si allenano, seguiti da istruttori federali scelti dalla Figc.
I recenti fatti di cronaca, alcuni avvenuti
anche in provincia di Cuneo, obbligano però a porre la questione della “formazione” dei genitori, oltre che quella dei giovani calciatori. Aggressioni agli allenatori, risse sugli spalti, insulti verso i giocatori in campo: eventi purtroppo non molto rari, nel panorama calcistico del nostro paese. Anche nella Granda, come abbiamo più di una volta testimoniato anche sul nostro sito.