Dalla prossima stagione, tutte le squadre del settore giovanile di società affiliate alla Figc avranno l'obbligo di avere un allenatore abilitato dal Settore Tecnico. Insomma, diventerà obbligatorio il cosiddetto “patentino” che si ottiene frequentando le lezioni e superando gli esami dei vari corsi organizzati dall'Aiac. E' notizia degli ultimi giorni, ed è notizia decisamente importante per il movimento calcistico italiano. Spesso, molto spesso, si vedono infatti formazioni di ragazzini e bambini affidati a “personaggi” di dubbia competenza. E i “danni” causati non sono di carattere prettamente calcistico: gli allenatori e gli istruttori, nel settore giovanile, hanno a che fare con bambini e ragazzini in età molto delicate, fondamentali per il loro percorso di crescita educativo e caratteriale.
E' quindi molto importante che chi, come appunto gli allenatori, passa insieme a loro diverse ore ogni settimana, sia in possesso di competenze non solamente calcistiche, ma sia preparato per affiancare anche e soprattutto la crescita umana dei calciatori in erba. Non possono essere chiaramente essere un semplice corso ed un patentino a garantire questo tipo di capacità, ma siamo senz'altro di fronte ad un importante passo in avanti: le formazioni giovanili delle società affiliate alla Figc non potranno più essere affidate ad allenatori improvvisati.
Però...c'è un però. Sebbene sia importante imporre alle società il “reclutamento” di tecnici preparati, è però altrettanto doveroso, ora, rendere più accessibili i corsi (tutti a numero chiuso), in modo che chiunque intenda intraprendere il percorso da allenatore sia messo in condizione di farlo. Servono in sostanza più corsi, e con una miglior copertura del territorio. Per quanto riguarda la nostra provincia, per esempio, corsi come quello denominato “Uefa B” sono stati organizzati negli ultimi anni con cadenza biennale: renderli annuali potrebbe essere un primo passo per migliorarne l'accessibilità. Inoltre, quasi sempre le lezioni sono state organizzate nella zona di Alba e Bra con inizio alle ore 18, “tagliando fuori”, di fatto, chi vive o lavora in zone lontane di una provincia vasta come la Granda. Insomma, si è imposto a chi vuole allenare il possesso del “patentino”, ma ora il percorso per arrivare ad averlo va reso meno ripido e dissestato.
In caso contrario, un significativo passo avanti per la qualità dei settori giovanili potrebbe trasformarsi in un problema: molti allenatori intenzionati a formarsi e prepararsi potrebbero essere impossibilitati a farlo.