In regia c’è ancora Matteo Pedron. Dopo una prima stagione a Cuneo vissuta da protagonista, sarà nuovamente il palleggiatore veneto ad avere nelle mani il gioco dei biancoblù. Quale gioco? “Una pallavolo champagne”, dice “Pedro” scherzando, ma neanche troppo, perché Max Giacccardi (che definisce “una bomba che sta per esplodere da un momento all’altro”) vuole una squadra che diverta e si diverta, che sappia rischiare ed essere coraggiosa. Tanto passerà proprio dalle scelte di Pedron, che non vede l’ora di cominciare la nuova stagione in una città che lo ha conquistato e in un ambiente in cui si trova benissimo.
Matteo, nessun dubbio a restare a Cuneo?
“No, nessuno. Anzi, la scelta era già stata presa verso la fine della scorsa stagione, a prescindere dalla categoria in cui avremmo giocato. Come si dice, ho firmato al buio, come capita spesso ai palleggiatori (ride, ndr). Ma sapevo che mi potevo fidare: Cuneo è una società ambiziosa che punta in alto, la città vive di pallavolo, qui è bello giocare”.
Prima di parlare di questa stagione, mi dici cosa ti è rimasto della prima annata cuneese?
“Tanto rammarico per le due finali perse, ma anche la consapevolezza di aver fatto un percorso eccezionale, in cui ci è mancata forse un po’ di pazienza, mentre loro sono arrivati da sfavoriti ed hanno potuto sempre giocare con meno pressione. Quale brucia di più? A me personalmente la Coppa Italia: era la prima finale, in una gara secca a casa nostra, in un palazzetto pieno. Perderla così ha fatto male”.
Veniamo a questa stagione. Come è cominciata?
“Adesso è più di un mese e mezzo che ci stiamo allenando. La preparazione è stata bella tosta, ma essendo partiti molto presto abbiamo potuto lavorare gradualmente. Ci è servito, lo possiamo vedere ora nelle amichevoli che stiamo facendo, in cui ci sono indicazioni positive, perché stiamo portando avanti l’idea di gioco del nostro allenatore. Dovremo essere bravi a continuare a farlo”.
Qual è questa idea di gioco? Che pallavolo vedremo da parte di Cuneo?
“Una pallavolo champagne! (ride, ndr). Scherzi a parte, l’idea è quella di essere una squadra coraggiosa. A Max Giaccardi piace divertirsi, di conseguenza vuole una formazione che non abbia paura e che sappia rischiare”.
Conoscevi Giaccardi?
“No, non lo conoscevo. Ma già dalla prima telefonata ho avuto un’ottima impressione. È carichissimo, una persona super attiva: sembra una bomba che sta per esplodere. Ti dà tanto e ti trasmette questa carica quando sei in campo. Sta lavorando molto con tutti, ad ognuno di noi ha sempre qualcosa da dire ed insegnare, non trascura nessun dettaglio. Dovremo essere bravi a mettere in pratica in partita le sue idee”.
La squadra ti piace?
“Sì, tra di noi si respira un bel clima. I nuovi si sono amalgamati bene, siamo un bel gruppo ed è una cosa importante, che aiuterà sicuramente. Per quanto riguarda i valori, siamo competitivi: ci siamo rinforzati, ma a vedere i roster della A2, lo hanno fatto anche altre squadre. Sono convinto che verrà fuori un bel campionato. Senza dubbio Vibo Valentia sembra avere qualcosa in più, ha una squadra da A1. Ma la palla è rotonda, tutto può succedere”.
Ai tifosi, cosa ti senti di dire?
“Loro sono uno dei motivi per cui non ho avuto dubbi a restare a Cuneo. Ho ancora in mente le emozioni della gara 3 dei playoff, quando tutto il palazzetto si è alzato in piedi per spingerci alla vittoria. Dal campo l’impatto visivo e sonoro è stato pazzesco. Non posso che ringraziarli”.
Come ti trovi in città?
“A Cuneo sto da dio. È una città a portata d’uomo: né troppo grande, né troppo piccola. Poi noi giocatori viviamo i luoghi in maniera un po’ diversa dagli altri: ci viziano sempre, quindi non posso che dirti cose belle di Cuneo e del territorio. Mi piace tutto”.
Come ti rilassi quando non sei in palestra?
“Durante la stagione, il tempo a disposizione non è molto e finiamo per passarlo sempre insieme ai compagni. Ogni tanto facciamo qualche gita in montagna o qualche mangiata: ci rilassiamo così. Altri sport? Un po’ tutti, a parte il calcio”.
Hai seguito il trionfo dell’Italia ai Mondiali di volley?
“Certo, abbiamo visto le partite con i compagni. È stata una grande gioia, anche perché io alcuni di quei ragazzi li conosco bene: Balaso, Anzani, Scanferla, giocatori con cui ho giocato o che ho affrontato da avversario. È stato emozionante vederli raggiungere questo traguardo”.