Lo aveva promesso all’amico Carlo, alla sua compagna Carola e a se stesso. E ce l’ha fatta: 162 chilometri in trentadue ore di corsa, con 5500 metri di dislivello, da Savona al Monviso.
La sfida di Alberto Zuccarelli, massaggiatore di 36 anni, corridore per passione, doveva servire a finanziare le cure per il suo amico ed ex collega, anche lui grande sportivo, rimasto vittima di un grave incidente alcuni anni fa: “Perché lo fai? Perché posso! E quindi devo, per me stesso ma anche per rispetto a chi vorrebbe ma non può”. Così ha scritto presentando la sua impresa che ha voluto chiamare “Carlo e il Re di Pietra”. Zuccarelli si definisce “atleta nella testa ma amatore nel fisico” e racconta di essersi appassionato alla corsa quasi per caso, o meglio “per esclusione”: “Scopro il trailrunning e capisco essere la mia fuga perfetta dalla quotidianità, per me che amo la montagna e vivo al mare. Ma è un attimo che parte l’escalation… allora studio, mi informo, leggo, scopro le ultramaratone, siano esse in montagna o su asfalto. Non me ne accorgo ma sto ‘allungando’ più velocemente del previsto e le ‘follie’ che leggevo sui libri iniziano a sembrare umane. Leggi e rileggi immagino di saltar dentro a quelle pagine come Mary Poppins dentro a un quadro, catapultato a metà percorso di qualche gara epica. L’ho detto, lo sportivo vero è Carlo ma almeno nel pensiero io vado a mille e sogno progettando cose strane”.
Di follia in follia ecco che arriva l’ispirazione: partire da Savona e arrivare di corsa sulla montagna più iconica delle Alpi del nord ovest. Alberto ne parla a gente avvezza a queste sfide, in molti restano increduli: “La maggioranza era dei no, ma io non ho mai detto con quale quorum sarebbe passata la proposta” scherza. Non resta che sottoporre il progetto a Carlo e Carola: “Quasi increduli ripetono gli stessi dubbi esposti sopra, nessuno escluso. Ma più vengo aggiornato sulle condizioni di Carlo più dentro di me razionalizzo che non esiste fatica, tanto meno se ludica e scelta, che possa paragonarsi a quelle che hanno affrontato e stanno affrontando loro insieme”. Ovvero “la fatica, i sacrifici, gli sforzi, i crolli mentali, le spese insostenibili, i progetti di una vita da rivedere totalmente, gli interventi chirurgici, le terapie, gli adeguamenti di una casa appena presa, di una macchina, di tutto… questa è la loro vita vera e non possono scegliere di finirla alla prima vescica, alla prima nausea, al primo cattivo tempo, al primo ‘non ne ho voglia’”.
E così l’atleta della Podistica Savonese ha affrontato e vinto la sua sfida, sabato scorso, attraversando la val Bormida, la pianura cuneese e la valle Varaita. La sfida di Carlo invece continua: le donazioni hanno quasi raggiunto i tremila euro e la raccolta fondi va avanti. Chi volesse contribuire può farlo tramite la piattaforma Gofundme, aderendo alla campagna
Carlo e il Re di Pietra.