Simone Muratore dice addio al calcio giocato. Ad annunciarlo è stato lui stesso, in un lungo post pubblicato sul suo profilo Instagram: si chiude ad appena 26 anni la carriera di uno dei talenti più cristallini prodotti dal calcio cuneese negli ultimi anni. Ne sono passati cinque da quando il centrocampista classe 1998 di Villafalletto sembrava in rampa di lancio: le prime convocazioni in prima squadra con la Juventus di Maurizio Sarri, il debutto in Champions League e in Serie A, lo scudetto vinto. Poi il trasferimento all’Atalanta, i prestiti alla Reggiana e ai portoghesi del Tondela, fino alla fine del 2021, a quel momento spartiacque non solo di una carriera, ma di una vita intera, con la scoperta di un tumore al cervello che ha di fatto messo fine ai sogni di Muratore all’interno di un rettangolo verde.
Oggi è lui stesso, appendendo ufficialmente gli scarpini al chiodo, a ripercorrere questi ultimi difficili anni: “Sono passati tre anni da quel giorno, una notizia arrivata a ciel sereno che ha cambiato la mia vita e quella di chi mi sta attorno. Neurocitoma al ventricolo sinistro. Attimi di pensieri, di domande , di rabbia. Non ho mai versato una lacrima, ho sempre cercato di farmi vedere forte agli occhi degli altri, dal giorno della notizia fino alla notte prima dell’intervento, in camera con mia mamma, la donna più forte che abbia mai conosciuto, quando sono scoppiato a piangere come un bambino, con la paura di non risvegliarmi più o comunque di svegliarmi e non essere più lo stesso di prima. Sono stati giorni, settimane, mesi, anni di sofferenza. Ho dovuto reimparare a parlare bene, camminare, a correre, scrivere, leggere, contare, era come se fossi tornato un bambino e ho dovuto ricominciare tutto da capo, dal giorno zero. Ci sono stati giorni che facevo fatica anche ad alzarmi dal letto nonostante mi sentissi già meglio. Oggi metto un punto alla mia carriera da giocatore, ci ho provato fino alla fine a tornare, ci ho messo lacrime e sudore, ma non ero più come prima, mi sono reso conto che comunque avevo la fortuna di essere guarito e di stare bene”.
Una confessione a cuore aperto, quella di Muratore, in cui nonostante tutto non c’è spazio per il rimpianto: “Ho avuto la fortuna di giocare con giocatori straordinari, fuoriclasse, dentro al campo ma soprattutto fuori dal campo, e questo non me lo toglierà mai nessuno. Sono grato a tutto quello che ho fatto e conquistato dentro a quel rettangolo verde, insieme ai miei compagni, diventati poi miei amici. Sono stati anni magnifici, il campo, lo spogliatoio, la passione, sono cose difficili anche da spiegare se non le provi in prima persona. Ringrazio in primis la mia famiglia per essermi stata accanto sempre. Tommaso, il mio bimbo unico e speciale che mi ha dato la forza per andare avanti, e infine i miei amici. Ringrazio le società Juventus, Atalanta e Tondela per essere state accanto. Impari a dare importanza alle cose quando sei a un passo dal portele perdere. La vita è un dono meraviglioso”.