Giacomo Damonte, enologo nell’azienda di famiglia Malvirà, con sede a Canale, è il presidente Cia della zona di Alba. Un territorio dove a farla da padrone è la produzione vitivinicola, ma nel quale sono operative un buon numero di attività legate ad altri settori agricoli. Abbiamo chiesto a Damonte quali sono le prospettive dell’annata 2024 per l’area di cui è rappresentante. Risponde: “Le piogge, almeno per quest’anno, hanno posto rimedio alla mancanza di acqua delle stagioni passate, ma hanno ritardando i lavori nei vigneti e nei campi e stanno causando maggiori problemi sul fronte delle fitopatologie che dovremo affrontare con impegno nelle prossime settimane. In ogni caso, siamo fiduciosi: se inizia il bel tempo e non si verificheranno eventi climatici estremi ci sono tutte le condizioni e le potenzialità per avere una buona stagione con dei risultati soddisfacenti. Anche se, per fare i conti, dovremo attendere la raccolta delle colture perché le incognite sono sempre in agguato”.
I costi di produzione? “Abbiamo avuto un calo delle spese per energia e materie prime, però l’assestamento è a livelli superiori rispetto al periodo pre-crisi. E anche i tassi dei mutui bancari continuano a essere troppo alti”.
I mercati? “L’entusiasmo del dopo Covid si è un poco smorzato. Sia in Italia che all’estero stiamo pagando un periodo di calma, ma continuando a fare qualità ne usciremo. Diventa anche importante avere più mercati di riferimento dove vendere i prodotti, così da poter disporre di diversi canali di commercializzazione e raggiungere una distribuzione capillare. Certo, poi, la situazione di instabilità dovuta alle tensioni geopolitiche internazionali non aiuta”.
I cambiamenti climatici? “Quelli ci sono e ce li teniamo. Stiamo andando verso periodi sempre più caldi. Per cui, dovremo imparare ad adattarci alle trasformazioni in atto e a gestirle nel modo migliore possibile”.
In questa situazione cosa possono fare gli agricoltori per garantire un futuro sostenibile alle loro aziende? “Produrre alta qualità senza rimanere ancorati ai modelli di sviluppo del passato, ma guardando al futuro con attenzione. Occorre seguire i percorsi innovativi che stanno emergendo e agire prontamente di conseguenza”.
Cosa vi attendete dalle Istituzioni? “Lo diciamo da anni: semplificare le procedure burocratiche. In quale modo? Velocizzando i tempi di istruttoria delle pratiche e quelli di pagamento dei contributi legati ai bandi. Ad esempio, sulle misure del Pnrr i periodi di attesa continuano a essere troppo lunghi. Invece le aziende, per investire, hanno bisogno di certezze e di rapidità nelle decisioni”.