Dal mondo del Barolo e Barbaresco, grandi vini rossi piemontesi, arriva la richiesta di modifiche nei disciplinari di produzione, anche alla luce dei cambiamenti climatici.
Il Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani ha presentato ai produttori cinque proposte. “Ma saranno solamente loro - precisa il Consorzio, in una nota - a prendere una decisione attraverso gli strumenti di legge, ovvero la raccolta firme: 66% della superficie totale dei vigneti oggetto di dichiarazione produttiva e 51% della produzione imbottigliata nell'ultimo biennio”.
In cima alle priorità la limitazione della zona di imbottigliamento per Barolo e Barbaresco. Questa “è l'unica misura caldeggiata, perché urgente e necessaria”, spiega il Consorzio di tutela, ricordando che i disciplinari in vigore “essendo stati redatti negli anni ‘60, non ponevano limitazioni, in quanto era impensabile all’epoca trasportare il vino a lunghe distanze mentre ora è ipoteticamente consentito in tutto il mondo”.
Le altre proposte del Consorzio riguardano: l’interscambiabilità e reciprocità tra le due zone - Barolo e Barbaresco - per la vinificazione e l’imbottigliamento, e l’eliminazione del divieto di impiantare vigneti di Nebbiolo atti a Barolo e Barbaresco nei versanti collinari esposti a nord, “che non implicherà in alcun modo l’aumento della superficie - precisa il Consorzio - ma fornirà solamente una possibilità agronomica in più per i produttori”. Infine, vengono proposti l’aggiunta delle menzioni comunali per la denominazione Barbaresco e il permesso di utilizzare i grandi formati, superiori ai 6 litri.