Il Festival “Colline in musica” continua a stupire, emozionare, cambiare pelle, regalare riflessioni, suggestioni e location sempre più affascinanti: dopo l’immersione nel Monferrato che ha avuto per protagonista l’antichità, il prossimo fil rouge sarà di nuovo il tempo, la sua caducità e volubilità, ma anche la capacità di essere emozione, ricordo o creazione. Venerdì 14 giugno ci si sposterà nella chiesa San Giovanni di Canale, sabato 15 nel teatro Comunale di Castagnito, domenica 16 al castello di Coazzolo.
Adrian Pinzaru, direttore artistico del Festival, si destreggia tra i momenti salienti del programma: “A Coazzolo andremo alla scoperta del ‘Quartetto per la fine del tempo’ di Olivier Messiaen: quando si ascolta questo capolavoro della musica del Novecento, non si può fare a meno di pensare al contesto in cui è nato, il campo di concentramento e quindi al valore del tempo, a ogni secondo, ogni minuto, ogni attimo”.
Un altro momento di grande interesse riguarderà, a Canale il Trio op 8 di Brahms, come spiega il maestro Pinzaru: “Si tratta di un lavoro giovanile che ottenne da subito un notevole consenso, e che fu sottoposto a revisione completa dopo quasi 40 anni dalla sua prima stesura. Sarà l’occasione di una riflessione importante sul tempo, e in particolare sul senso del cambiamento nostro nel tempo, in questo processo chiamato vita”.
Un’altra particolarità del Festival “Colline in musica” sarà la presentazione di dischi, una vera rarità e un modo – come era stato anticipato dagli organizzatori – di “fermare un istante che si rivela un fallimento nella nostra lotta contro il tempo, perché nel momento in cui riascolti la registrazione è cambiato il contesto, anche quello interiore. Lo stesso artista quando ascolta la registrazione non si riconosce più”. Tra le tre presentazioni di livello previste per il prossimo fine settimana, spicca a Castagnito quella di “Waiting for Paganini”, che ha ottenuto la nomination al Grammy Award.
La rassegna non solo si caratterizza per un’impronta culturale, ma ha da sempre un’anima green, all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità. Quest’anno, grazie alla collaborazione della società Alba Mobility, gli artisti si sposteranno usando le macchine elettriche: un modo per diminuire le emissioni e l’inquinamento acustico. In quest’ottica si inserisce l’obiettivo ambizioso del Festival che dovrebbe, entro il 2026, portare all’azzeramento del carbon footprint delle proprie attività.