Si era rassegnata a morire sola nell’acquario di Teheran, la capitale dell’Iran, che l’aveva ospitata per anni prima della chiusura definitiva. Ma per la delfina Kasya è giunto un aiuto inaspettato da oltre 4mila chilometri di distanza: per la precisione da Novello, dove il veterinario Massimo Vacchetta gestisce dal 2014 il Centro ricci ‘La Ninna’, ormai un punto di riferimento nazionale nella cura dei piccoli mammiferi.
Un anno fa Vacchetta era venuto a conoscenza della triste storia di Kasya grazie alla segnalazione di un’amica: la delfina era stata catturata nel mar Nero e rinchiusa in cattività nel Milad Tower’s Dolphinarium, il più grande parco acquatico di questo genere nel Medio Oriente. Assieme ad Alpha, un’altra delfina, si era esibita ogni giorno di fronte a migliaia di spettatori finché nel gennaio dello scorso anno la compagna era stata ritrovata senza vita: da allora Kasya aveva perso la sua vitalità, isolandosi dal mondo esterno e lanciando struggenti lamenti di sofferenza. A complicare le cose ci si è messa la pandemia da Covid-19 che ha determinato la definitiva chiusura al pubblico del delfinario.
Per Kasya si erano già spesi i promotori di una petizione su Change.org, giunta a 75mila firme, e gli attivisti animalisti di vari Paesi. Ma senza ottenere risultati, almeno finché l’”amico dei ricci” si è interessato in prima persona assieme al suo centro e all’associazione ‘Salviamo gli Orsi della luna’. Grazie ai contatti attivati con il console iraniano a Milano Daryoush Sowlat e con il suo segretario Mohammad Siahjani, Vacchetta è riuscito ad aprire un canale con le autorità di Teheran: in particolare con il vicepresidente Eshaq Jahangiri, che nel corso di una telefonata ha promesso agli animatori della campagna “Insieme per Kasya” il suo interessamento.
A dicembre la situazione sembrava ormai disperata: solo un veterinario, il russo Ivan Zatsepilov, lottava per tenere in vita il cetaceo in un quadro sempre più disastroso per la gestione dell’ex delfinario. Anche l’esercito iraniano aveva offerto un aereo per trasportare Kasya in un luogo adatto a prendersi cura di lei, ma ulteriori difficoltà ne avevano bloccato per l’ennesima volta il trasferimento. Fino al 14 gennaio scorso, quando finalmente un team di volontari iraniani e internazionali ha potuto procedere alla complessa operazione. Per sedare e far entrare Kasya nella vasca da trasporto sono state necessarie ore, durante le quali il delfinario è stato quasi svuotato. Nel viaggio, avvenuto a bordo di un charter della Pouya Airlines, Kasya è stata immersa in una vasca, allestita apposta per lei smontando parte dei sedili dell’aereo.
Poi è arrivata la felice accoglienza nel Kish Dolphin Park, un centro attrezzato sull’isola di Kish nel golfo Persico, dove la delfina solitaria di Teheran ha ritrovato i suoi simili e la sua voglia di giocare: nei prossimi mesi un team di esperti valuterà se sia possibile rilasciarla in un santuario naturale nel mar Nero, come si progetta di fare. “Ha vissuto nove anni in cattività e non è detto che ciò sia possibile, in ogni caso le abbiamo salvato la vita” ha annunciato il dottor Vacchetta parlando ai microfoni di ‘Deejay chiama Italia’, la trasmissione di radio Deejay con Linus e Nicola Savino che l’ha ospitato in collegamento.
Nella serata di ieri, lunedì 18 gennaio, la storia di Kasya e della campagna per la sua liberazione è stata ripresa anche dal Tg5 con un servizio in prima serata.
Il Centro ricci ‘La Ninna’ e l’associazione ‘Salviamo gli Orsi della luna’ hanno anticipato circa 30mila euro, i fondi necessari per trasferire Kasya a Kish Island e mantenerla là fino all’estate. Una somma ancora più grande servirà per trasferirla nel centro di riabilitazione sul Mar Nero e poi liberarla. Quanti volessero aiutare Kasya nel suo percorso verso la libertà, potranno effettuare una donazione alle due associazioni che stanno coordinando la raccolta fondi: il Centro recupero ricci ‘La Ninna’ (Iban IT10K 06305 46851 000010157449) e ‘Salviamo gli Orsi della luna’ (Iban IT 31 R 07601 03200 00000 99741712), specificando nella causale “Donazione per Kasya”.