CHERASCO - A Cherasco il ricordo della Liberazione e dei quattro fratelli Bogetti

Venerdì 25 aprile è stata scoperta la nuova lapide in memoria dei giovani cheraschesi che partirono oltre ottant’anni fa dalla loro casa e non fecero più ritorno

28/04/2025 12:17

L’ottantesimo anniversario della Liberazione è stato ricordato anche a Cherasco in modo solenne e commemorativo. Venerdì 25 aprile, dopo la messa nella parrocchia di San Pietro, un nutrito corteo composto dai rappresentanti dell’amministrazione comunale, dagli alpini, dagli aderenti all’Anpi, dalle associazioni cheraschesi, dai rappresentanti delle associazioni d’arma, accompagnato dalla banda musicale “Monsignor Calorio”, ha fatto tappa in via Vittorio Emanuele davanti al civico 26, per ricordare i fratelli Bogetti. Qui è stata scoperta la nuova lapide messa a dimora per ricordare i quattro giovani cheraschesi che proprio da questa casa partirono oltre ottant’anni fa e qui non fecero più ritorno. Dopo l’attenti dato dal cerimoniere commendatore Gian Carlo Ciberti, a scoprire la targa, è stata la sorella dei quattro ragazzi, Anna, insieme al sindaco Claudio Bogetti.
 
Il primo cittadino ha dato lettura della lapide “In questa casa crebbero destinati a stroncata giovinezza i fratelli Bogetti Giuseppe 1916-1940 caduto in Albania (Divisione Julia) Angelo 1920-1943 disperso in Russia (Divisione Cuneense) Camillo 1922-1943 disperso in Russia (Divisione Cuneense) Aurelio 1925-1944 fucilato a La Morra (borgata Cerequio) partigiano XII Divisione Bra. Cherasco non dimentica”. Anche la sorella emozionata ha ricordato gli anni trascorsi in questa casa, la partenza dei fratelli, l’attesa della mamma di un ritorno dei suoi figli. E proprio alla madre erano dirette le ultime parole di Angelo, in una missiva, che davanti alla lapide ha letto Romano Fedrigo, dell’Anpi di Bra: “Carissimi fratello e sorella, Pietro e Anna, come avete passato il Santo Natale? E il Capodanno? Spero bene. Avete pregato il santo Bambino perché ci faccia tornare presto a casa? State sempre bravi, non fate disperare la mamma che è sempre tanto preoccupata per noi”.
 
Nell’intervento il sindaco ha sottolineato il dovere di non dimenticarli: “Dobbiamo continuare a ricordare questi quattro giovani che vissero parte della loro vita in questa casa. Tre partirono con spirito di sacrificio per servire la patria. Due andarono incontro alla morte in Russia, uno in Albania. Aurelio, unitosi ai partigiani, fu fucilato nell’eccidio della borgata di Cerequio di La Morra. Lui, insieme ad altri trenta partigiani si arrese, dopo che i nazifascisti garantirono loro la vita. In realtà dopo poche ore furono tutti quanti fucilati”.
 
Il corteo si è poi diretto verso il Monumento ai Caduti, facendo sosta davanti al Municipio per la lettura della lapide apposta sul muro del Palazzo Civico. “Il 25 aprile di quest’anno assume un significato particolarmente profondo, celebriamo infatti gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo, una tappa fondamentale della nostra storia. È questa l’occasione per rendere omaggio al coraggio e al sacrificio di chi ha lottato per la libertà, la giustizia e la dignità umana. Un momento per riflettere sul valore della democrazia e sull’importanza di difenderla ogni giorno con responsabilità e consapevolezza. La liberazione non è solo memoria ma un monito: ci ricorda che la pace, l’uguaglianza e la solidarietà tra i popoli non sono conquiste scontate, ma impegni da rinnovare costantemente”, ha inoltre aggiunto Claudio Bogetti.

c.s.

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