Cherasco celebrerà degnamente il Centenario della Prima Guerra Mondiale 1915-1918 con una mostra nella chiesa di San Gregorio, riaperta al pubblico dopo i lavori di restauro. In esposizione ci saranno immagini, documenti, oggetti legati al periodo storico della Grande Guerra, un capitolo drammatico che costò la vita a 217 cheraschesi.
La mostra, curata da Flavio Russo, con importanti collaborazioni, sarà visitabile gratuitamente nelle domeniche 28 ottobre, 4 novembre, 11 novembre. Lunedì 29 ottobre, alle 20,45, è prevista un'apertura straordinaria. Saranno presenti le autorità e i partecipanti all'Università popolare di Cherasco e Roreto. Tutti i cittadini possono prendere parte alla visita.
Le cerimonie per il 4 Novembre sul territorio di Cherasco inizieranno sabato 3 alle 19 con gli onori ai Caduti. Domenica 4 novembre alle 10,15 adunanza davanti al Municipio. Il corteo, accompagnato dalla banda musicale “Mons. Calorio” si recherà alla chiesa parrocchiale di San Pietro per la Messa. Alle 11,30 in Municipio ci sarà lo scoprimento della lapide che ricorda i cheraschesi caduti nella Grande Guerra. Quindi la deposizione della corona d'alloro alla lapide dei partigiani, vittime civili e deportati di Cherasco. Si prosegue per piazza Vercellone per l'alzabandiera, deposizione corona d'alloro al Monumento ai caduti, allocuzioni.
Nelle frazioni di San Bartolomeo, Bricco, Cappellazzo, San Giovanni Sarmassa, Veglia giovedì 1° novembre i Caduti saranno ricordati nelle singole funzioni presso i cimiteri. A Roreto la cerimonia sarà domenica 11 novembre: alle 9,45 alzabandiera e deposizione corona d'alloro al monumento ai Caduti, quindi la Messa nella chiesa parrocchiale.
"Quest'anno le cerimonie avranno un significato particolare – commenta Sergio Barbero, consigliere delegato alla Cultura – vista la ricorrenza del centenario della fine di quel drammatico periodo che fu la Prima Guerra Mondiale. È doveroso ricordare queste pagine di storia così dolorose e trasmetterle alle future generazioni: tanti giovani cheraschesi sono partiti dalle loro terre, lasciando le famiglie, e non vi hanno più fatto ritorno. Sono andati a combattere probabilmente senza neppure sapere contro chi, chiamati dal senso del dovere, dall'amore per la Patria. Questi uomini, la maggior parte giovani, hanno il loro nome inciso su una lapide. Ma non basta leggere l'elenco: dietro ogni nome c'è una storia, una mamma che ha pianto, una moglie che ha invano atteso, un paese che ha sacrificato le forze migliori. Anche la mostra in San Gregorio, che abbiamo fortemente voluto e per cui ringrazio Flavio Russo e i suoi collaboratori, vuole renderci un pezzo della nostra storia, una quotidianità drammatica che abbiamo dimenticato, uno spaccato che nessuno deve dimenticare".