“I cambiamenti climatici sono sempre più evidenti e noi agricoltori ne dobbiamo inevitabilmente tenere conto; in ambito corilicolo, purtroppo, sono tra i fattori dell’insorgenza di nuove emergenze provocate da insetti che arrivano da oltre Europa e, non trovando qui antagonisti naturali, proliferano creando seri danni alle produzioni. Inoltre anche il nocciolo, specie in alcune aree della nostra provincia, patisce sempre più lo stress idrico dei frequenti e prolungati periodi di siccità. Come fare allora a difendere l’eccellente produzione corilicola cuneesee e piemontese? Occorre anzitutto investire in ricerca e innovazione, oltre a progettare strategie di gestione della risorsa irrigua che contemplino la realizzazione di invasi. Le risorse nei prossimi anni non mancheranno, ma occorre lavorare a progetti che vadano nella direzione della sostenibilità e della valorizzazione della qualità e del territorio”. Con queste parole Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, ha aperto sabato 28 maggio a Cherasco il convegno “Il nocciolo e gli effetti dei cambiamenti climatici” organizzato da Confagricoltura Cuneo e Cascine Piemontesi, in collaborazione con Ascopiemonte e Piemonte Asprocor. L’appuntamento, tornato a svolgersi in presenza al PalaExpo dopo le restrizioni del periodo pandemico, è stato seguito anche in diretta streaming sul sito di Confagricoltura Cuneo da numerosi utenti collegati non solo dal Piemonte, ma da tutta Italia. Seduti in sala, oltre a centinaia di imprenditori agricoli, anche alcuni operatori corilicoli provenienti da Serbia, Ungheria e Germania.
Dopo l’intervento introduttivo di Allasia, ha portato un saluto ai partecipanti Marco Protopapa, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, che ha sottolineato il come la Regione sia impegnata in prima linea nell’affrontare le problematiche della corilicoltura e nella valorizzazione del prodotto di eccellenza, attraverso iniziative concrete messe in campo insieme ad una pluralità di attori (ne è un esempio il progetto Nocciolo di Qualità). A seguire, Claudio Bogetti, vicesindaco di Cherasco, e il senatore Mino Taricco hanno preso la parola, prima di lasciare spazio agli interventi dei relatori in programma moderati da Ercole Zuccaro.
Alessandro Annibali, amministratore delegato New Factor e ambasciatore per l’Italia dell’INC (International Nut and Dried Fruit Council) in video-collegamento ha presentato una dettagliata analisi sul comparto. Nell’ultimo decennio, la produzione mondiale di frutta a guscio ha seguito una traiettoria ascendente fino a raggiungere gli oltre 5,1 milioni di tonnellate nella stagione 2021/2022, con un aumento del 50% rispetto a dieci anni fa. Le mandorle e le noci sono state la frutta a guscio più consumata a livello mondiale nel 2020 (32% e 19% della quota mondiale). Pistacchi, anacardi e nocciole si sono classificati al secondo, terzo e quarto posto, rispettivamente con il 17%, 16% e 10% della quota. L’Europa è primo consumatore mondiale (30%), seguono Nord America e Asia.
Nel 2020/21, il raccolto globale delle nocciole (sgusciate) ha superato le 544.000 tonnellate, di cui il 72% prodotto dalla Turchia; l’Italia con 21.500 tonnellate di nocciole ha fatto registrare un’annata decisamente sotto la media, mentre negli ultimi dieci anni, sia i raccolti americani che cileni sono aumentati significativamente. La Turchia continua ad essere al primo posto anche in termini di export, arrivando a coprire il 75% del totale. L’Italia si conferma invece al primo posto per consumo di nocciole: 2,6 chili pro capite all’anno.
Sempre Annibali ha evidenziato come tra febbraio e aprile di quest’anno ci sia stato un ribaltamento dei principali costi che incidono sulla redditività aziendale, alla luce degli effetti del conflitto in Ucraina: al primo posto c’è l’energia, seguita dall’inflazione e dal cambio dollaro/euro, al terzo i trasporti, al quarto il costo del lavoro, al quinto le materie prime, lo stoccaggio e il confezionamento e al sesto l’irrigazione.
È toccato poi a Federico Spanna del Settore Fitosanitario e Servizi tecnico Scientifici della Regione Piemonte illustrare gli effetti del cambiamento climatico sulle aree corilicole piemontesi. In Alta Langa, nel periodo dal 1981 al 2020 sono cresciute sia la temperatura media che le minime medie. In calo generalizzato, negli ultimi due decenni, anche i giorni di gelo, mentre sono in crescita le notti “calde” a discapito di quelle fredde. Questi cambiamenti climatici provocano nel medio e breve periodo anomalie e fenomeni di senso opposto, irregolarità nella distribuzione delle precipitazioni, sempre più intense, con squilibri nei processi vegetativi e riproduttivi delle piante e il mutamento dell’equilibrio pianta patogeno con irregolarità nello sviluppo fenologico. Davanti a questo scenario occorre orientare la gestione colturale ad un utilizzo più razionalizzato delle riscorse, servendosi delle innovazioni tecnologiche e della ricerca. Come affrontare il cambiamento? Con attività di previsione, di prevenzione del rischio e di gestione dell’emergenza.
Alberto Alma del DISAFA - Università degli Studi di Torino, ha trattato invece dei danni causati dalla Popillia japonica nei noccioleti. L’insetto, la cui prima segnalazione risale al 2014 in provincia di Milano da adulto causa intense defogliazioni localizzate nella parte alta della chioma delle piante. È stata ribadita l’importanza di una lotta integrata a questa nuova minaccia, contro cui tutti possono fare la propria parte. Monica Mezzalama di Agroinnova – Università di Torino, ha illustrato le attuali conoscenze sul nuovo mal bianco del nocciolo, “oidio turco”, che può provocare seri danni alla coltivazione e contro cui è necessario: approfondire lo studio della biologia e epidemiologia del patogeno, utilizzare materiale vivaistico sano, oltre ad antagonisti e induttori di resistenza.
Simone Bardella di Agrion, Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese, ha presentato il progetto di ricerca “Nocciola di Qualità” che vede coinvolti anche il Settore Fitosanitario Regionale, DISAFA – Università di Torino e Agroinnova. Il progetto iniziato nel 2021 si svilupperà nel triennio 2022-23-24 ed è suddiviso in 4 sottoprogetti riguardanti: il contrasto alla cimice asiatica; l’avariato e le aflatossine delle nocciole; la cascola preraccolta e il rilascio in campo della Vespa Samurai (antagonista della cimice asiatica).
A chiudere il convegno sono stati il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, con una presentazione del consorzio Cascine Piemontesi, e Gianluca Griseri, tra gli organizzatori del convegno, che ha ricordato l’importanza del servizio tecnico e della consultazione dei bollettini periodici da parte delle aziende. Come consuetudine la giornata è proseguita con il “porte aperte” della ditta Chianchia, specializzata nella produzione di macchine per la raccolta, pulizia ed essicazione delle nocciole, seguita da una prova dimostrativa in un noccioleto della zona.