Il quadro economico, i progetti di filiera, le sperimentazioni in campo e gli aggiornamenti agronomici sono stati al centro del convegno sul nocciolo che Coldiretti Cuneo ha organizzato ieri a Cherasco, presso “La Porta delle Langhe”, alla presenza di oltre duecento corilicoltori che hanno avuto modo di confrontarsi con esperienze e analisi approfondite di illustri relatori, moderati dal Direttore di Coldiretti Cuneo Fabiano Porcu.
Il convegno è stato occasione per tracciare le prospettive economiche legate alla produzione delle nocciole, con il dott. Carmine Genovese del Ministero delle Politiche agricole che ha presentato il Piano corilicolo nazionale, contenente le linee guida della corilicoltura nel medio-lungo periodo, e il dott. Daniele Montagnini, tecnico corilicolo di Coopernocciole, che ha portato a testimonianza l’esperienza commerciale di successo maturata a Viterbo in un accordo di filiera che coinvolge i produttori Coldiretti della Coopernocciole e la Loacker.
“Negli ultimi anni il nocciolo è diventato la coltura più presente sul territorio piemontese, spostandosi dallo storico areale produttivo delle colline alle fertili pianure, anche in risposta alle problematiche vissute da altri settori come quelli frutticolo e cerealicolo. Con una superficie di noccioleti triplicata negli ultimi cinque anni, molti dei quali entreranno in produzione nei prossimi due-tre anni, è essenziale assicurare prospettive di mercato ai corilicoltori di oggi e di domani con progetti di filiera lungimiranti che premino le eccellenze locali. Lavoriamo già con Novi e nel Viterbese è realtà la filiera con Loacker: la strada per valorizzare il lavoro dei nostri corilicoltori è tracciata. È fondamentale un dialogo sul territorio che accresca la sensibilità di altri industriali: la stessa sensibilità che Ferrero Spa, in accordo con Coldiretti e Inalpi, da anni dimostra nella filiera del latte che assicura il giusto prezzo e la crescita dei nostri allevatori” ha dichiarato il Presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo.
Durante il convegno si è anche fatto il punto sugli aspetti tecnici e agronomici legati alla coltivazione del nocciolo. Il dott. Lorenzo Martinengo, referente provinciale dell’assistenza tecnica di Coldiretti Cuneo, ha presentato l’attività di consulenza che quotidianamente vede in campo i tecnici Coldiretti e i progetti portati avanti al fianco delle imprese corilicole della Granda, come la lotta biologica alla cimice asiatica con il rilascio dell’Anastatus bifasciatus, insetto predatore della cimice asiatica, il monitoraggio capillare delle cimici, i frappage e lo studio degli asporti del nocciolo.
Il nocciolo è una delle colture più sensibili all’attacco della cimice asiatica. Oltre cinque anni fa, insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino, allo staff dei professori Alberto Alma e Luciana Tavella, alla Regione Piemonte, ad Agrion e a Ferrero Hazelnut Company, Coldiretti ha istituito un gruppo di lavoro per approfondire la ricerca sulle strategie di lotta biologica alla cimice asiatica, che stanno portando a risultati significativi. Nel corso del convegno di Coldiretti, il dott. Alberto Alma ha illustrato il metodo di lotta da lui ideato e sperimentato, il controllo simbiotico della cimice asiatica, basato sulla sterilizzazione delle uova al fine di limitare le difese immunitarie delle giovani cimici per renderle più vulnerabili.
Il dott. Roberto Botta del DISAFA dell’Università degli Studi di Torino ha analizzato le cause della cascola del nocciolo, problematica sentita sul territorio che consiste nella caduta delle nocciole prima che abbiano raggiunto la maturità, per la quale sono attualmente in fase di studio innovative soluzioni, mentre il dott. Valerio Cristofori dell’Università degli Studi della Tuscia ha esposto la gestione agronomica del noccioleto dal sottofila alla pianta intera, portando l’esperienza di altri territori a confronto con i metodi di coltivazione cuneesi.
“È stata una giornata importante - ha commentato Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo - che ha offerto interessanti spunti di riflessione e ci fa guardare con fiducia al futuro delle pregiate nocciole cuneesi e piemontesi. È un bene che sia tanto stretta la relazione fra i nostri tecnici, sempre al fianco dei corilicoltori, e il mondo dell’Università e della ricerca, perché soltanto insieme e con un approccio di larghe vedute possono affrontarsi i problemi in campo per ottimizzare la gestione dei noccioleti, soprattutto alla luce dei rincari generalizzati e del cambiamento climatico che impongono un aumento di costi e impegno”.