Il Caffè Letterario di Bra ha insegnato che lo sport è passione, determinazione e il viso di una ragazzina che saluta sorridente dal gradino più alto di un podio e l’adrenalina che la fa molleggiare nervosamente su gamba e protesi. Ambra Sabatini, toscana classe 2002, è una tipa così. Capace di vincere la medaglia d’oro nei 100 metri alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, stabilendo anche il record del mondo con il tempo di 14”11, proprio sulla pista di Jacobs.
La sua storia di resilienza e coraggio è stata raccontata nella notte magica di giovedì 20 gennaio sul gruppo Facebook ‘Bra. Di tutto, di più’. Davanti allo schermo per ascoltare Ambra anche tanti giovani della community che ha da poco toccato i 33mila utenti. “Lo sport è stato la mia ragione di vita. Ragazzi, praticatelo con determinazione, i risultati verranno” ha detto la campionessa di Porto Ercole intervistata dalla giornalista Silvia Gullino, lasciando ancora un insegnamento: “Si è persone anche se manca un arto, basta che funzioni il cuore”. È questa grinta che l’ha condotta al successo nella fatidica estate italiana in cui abbiamo vinto tutto.
Ma riavvolgiamo il nastro e torniamo a quel 4 settembre 2021. L’avremo rivisto cento volte il video della sua impresa, lei che incredula sfreccia davanti a tutti, il vuoto dietro, la gloria davanti. Ci ha tenuti incollati alla televisione in quei minuti interminabili. Ci ha fatto urlare, tremare, sorridere e gioire. Ci ha emozionato con le sue lacrime e inorgoglito per la sua forza e caparbietà. Derivano dalle esperienze profonde di una ragazza che ha rischiato di morire a causa di un incidente stradale e per salvarla i medici hanno dovuto amputarle la gamba.
La sua forza di volontà e la grande passione per la corsa l’hanno spinta a non mollare mai. Prima con l’arrivo della protesi che le ha permesso di tornare a calcare le piste di atletica, poi man mano i grandi allori internazionali. In mezzo tanti bei momenti, tra cui spiccano la visita al Quirinale dal Presidente della Repubblica Mattarella e in Vaticano da papa Francesco, al quale ha messo al collo la sua medaglia d’oro. Oggi Ambra è un simbolo, è una figura che attrae e piace, è un punto di riferimento e pure un esempio. “Perfettamente imperfetta”: sono le parole che si è tatuata. La sintesi impeccabile di un’atleta che è risorta, si è riscattata, ha trionfato. Quei 100 metri vinti, anzi stravinti, quelle lacrime di gioia già prima di tagliare il traguardo e quel podio tutto azzurro insieme alle sue compagne e amiche, Martina Caironi e Monica Contrafatto, nessuno li dimenticherà mai. L’immagine più bella dell’Italia che guarda (e va) avanti.