La Politica Agricola Comune e le misure dello Sviluppo rurale devono sostenere la presenza degli agricoltori nelle aree interne e nelle terre alte, dove sono i primi custodi dell’ambiente e del territorio, impegnati ogni giorno a presidiarne l’assetto idrogeologico e a garantire la tenuta del tessuto non solo economico ma anche sociale. È quanto emerso dal convegno che Coldiretti Cuneo ha organizzato oggi a Cherasco per fare chiarezza sulla PAC 2023-2027, che definisce le risorse all’agricoltura e le regole della loro distribuzione nei prossimi cinque anni, perché gli agricoltori possano coglierne al meglio le opportunità.
All’evento di Coldiretti, cui hanno preso parte oltre 300 imprenditori agricoli da tutta la Granda, sono intervenuti il prof. Angelo Frascarelli, Presidente di ISMEA, per la Regione Piemonte Paolo Balocco (Direttore della Direzione Agricoltura e Cibo) e Anna Valsania (Responsabile del Settore Programmazione e coordinamento sviluppo rurale e agricoltura sostenibile) e per Coldiretti Cuneo il Presidente Enrico Nada e il Capo area Settore economico Franco Ramello.
“Abbiamo dedicato ai nostri imprenditori - spiega il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada - un’importante occasione di confronto con il professor Frascarelli, uno dei massimi esperti di politica agraria comunitaria, e con i Dirigenti della Regione per illustrare le ricadute delle nuove misure sulle aziende agricole e presentare diversi esempi pratici. La PAC è un’architettura complessa che richiede un adeguato supporto agli agricoltori che la nostra Coldiretti è sempre pronta ad offrire”.
Il 2023 è il primo anno di applicazione della nuova manovra comunitaria che mette a disposizione dell’agricoltura italiana un budget di 37,5 miliardi di euro in cinque anni. Le risorse - spiega Coldiretti Cuneo - hanno subìto una limatura ed è stata una battaglia dura preservarle: si era partiti dalla prima proposta della Commissione europea che prevedeva una decurtazione del 30%, che all’Italia sarebbe costato un taglio di 7 miliardi, ma grazie al pressing della Coldiretti la riduzione delle disponibilità è stata limitata al 2%.
“Si tratta di risorse indispensabili per garantire solide basi al futuro del settore, specialmente per la componente di sostegno al reddito, se si considerano le attuali difficoltà dei produttori legate ai prezzi. Questa non è la PAC che sognavamo - sottolinea il presidente Nada - ma è il risultato di compromesso migliore rispetto alle spinte ormai da anni sedimentate nel contesto europeo”.
“La riforma della PAC - aggiunge il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu - entra a regime in un momento molto delicato per il settore agricolo. Siccità, rincari, scarsa remunerazione per i produttori, in particolar modo nel settore della frutta e nella produzione di carne, e tentativi di penalizzazione che piovono da più parti, sono sfide impegnative”.
Tra le novità più significative della nuova PAC, come emerso durante il convegno di Coldiretti Cuneo, c’è l’accento posto sulla sostenibilità, che premia chi più si impegna in questa direzione, al punto che la PAC si è trasformata in una sorta di “Politica Ambientale Comune”: “Un’esigenza di cui tener conto - commenta il direttore Porcu - ma occorre avere presente quanto diverse siano le realtà dei Paesi UE, altrimenti si rischia di penalizzare agricolture come la nostra che è già molto più sostenibile di altre, attenta all’ambiente, alla biodiversità, alla cura del paesaggio e impegnata a preservare risorse essenziali come il suolo e l’acqua”.
“Gli agricoltori - conclude il presidente Nada - sono chiamati a destreggiarsi tra condizionalità rafforzata, obblighi di rotazione, nuovi piani colturali e dovranno valutare la convenienza e la percorribilità di alcune soluzioni. Siamo di fronte ad un cambio di prospettiva e di mentalità in un contesto che sta mutando rapidamente e richiede agli agricoltori un’attenta programmazione”.