Riceviamo e pubblichiamo.
Il direttore generale dell'ASL CN2, dott. Massimo Veglio, sta per cessare l'incarico. Non entro nel merito della grave questione politica che ha portato a questo evento prematuro e che poteva essere evitato. Vorrei invece ringraziare il dott. Veglio per l'impegnativo ma fruttifero lavoro di questi anni. Nel 2018, subentrando al dott. Bono, si era trovato in mano la patata bollente dell'ospedale di Verduno: la sua costruzione, ormai tecnicamente ultimata, non riusciva però a concretizzarsi con l'apertura effettiva per mille inconvenienti che sarebbe troppo lungo spiegare. Nel 2020, in piena tempesta pandemica, venne compiuto un maldestro tentativo di destinarlo ad essere un “covid hospital”, per dare ospitalità a malati provenienti da ogni parte del Piemonte, ben oltre la nostra ASL. Grazie alle pressioni politiche del territorio, e con la ferma volontà della Fondazione per l'Ospedale, il tentativo non andò in porto. Anzi il dott. Veglio decise di sciogliere i nodi che ancora bloccavano l'attivazione della struttura, e con capacità manageriale fece sì che il tanto temuto trasloco dagli ospedali prima di Bra e poi di Alba diventasse realtà nel mese di luglio 2020. In tal modo i cittadini braidesi poterono presto fruire nuovamente di un completo ed efficiente Pronto soccorso, dopo che quello di Bra era stato chiuso d'autorità dalla giunta Cirio nei mesi precedenti.
Dopo un periodo di rodaggio che giocoforza ebbe qualche inconveniente, con il passare del tempo l'ospedale di Verduno si è venuto sempre più affermando come struttura di eccellenza: ampi spazi, verde diffuso, macchinari d'avanguardia, nuovi medici e nuovi primari attirati da possibilità di un lavoro ad alta qualificazione tecnica e organizzativa. Oggi, quando è imminente il quarto compleanno, l'ospedale è largamente apprezzato anche dagli abitanti del territorio, che trovano accoglienza, servizi, cortesia e professionalità di livello. Anche la ristrutturazione delle due Case di Comunità (al Santo Spirito e al San Lazzaro), seppure in ritardo, dovrebbe presto prendere il via: ne hanno bisogno urgente le centinaia di pazienti che ogni giorno frequentano l'ex-ospedale di Bra. Tutto ciò è merito del duro lavoro di tutti gli operatori sanitari, e in particolare del dott. Veglio che dal primo giorno ha voluto stabilire il proprio ufficio all'interno dell'ospedale, dando il 'buon esempio' al resto della complessa struttura dell'ASL. La storia dell'ospedale Michele e Pietro Ferrero continuerà anche dopo di lui, e mi auguro che chi verrà dopo (la dott.ssa Malvasio, cui vanno i miei auguri di buon lavoro) prosegua con la capacità propulsiva che egli ha imposto alla struttura. Un sentito grazie che credo gli sia dovuto, come a tutti coloro che hanno fatto un buon lavoro.
Bruna Sibille