Più di 150 persone hanno partecipato alla serata “Porti chiusi-porte aperte” venerdì 22 marzo ai Tomasini di Cuneo. Si legge nel comunicato diffuso dagli organizzatori: “Un segnale forte di risposta da parte di coloro che non si rassegnano al clima alimentato dal “governo del cambiamento” che trova una sua applicazione nel decreto sicurezza. Si è riflettuto sugli effetti che questo provvedimento avrà su donne e uomini tuttora accolti dalle cooperative raggruppate nel coordinamento Rifugiati in Rete. Decine di persone, a giugno rischieranno di dover interrompere i loro percorsi di integrazione sociale sul territorio perché non avranno altra soluzione che essere ospitate in grandi centri, dislocati lontano, secondo il modello che proprio il “decreto sicurezza” favorisce”.
Le associazioni Micò e Refugees Welcome, nonché la Caritas Diocesana di Cuneo, hanno portato le loro testimonianze legate ad esperienze di terza accoglienza. “Ma soprattutto – prosegue il comunicato - è risuonato l’appello che le organizzazioni presenti intendono allargare a tutti i cittadini perché la costruzione di percorsi alternativi per le persone che, a causa dell’allontanamento, rischiano di veder crollare tutto quanto costruito in questi mesi o anni”.
Si cercano insomma famiglie disposte ad accogliere o a mettere a disposizione una soluzione abitativa. Per i tanti che non possono rispondere a queste esigenti richieste, ma che comunque intendo rendersi utili, è possibile dedicare del tempo in qualità di volontariato, destinare una quota economica ed essere di supporto a chi accoglie.