Ad Alba sono oltre 1.200 le persone in temporanea difficoltà economica che “fanno la spesa” nell’Emporio della Solidarietà Madre Teresa di Calcutta di corso Piera Cillario. Il negozio offre generi alimentari recuperati dai circuiti della grande distribuzione e che verrebbero altrimenti sprecati, tutto senza l’utilizzo di soldi – sostituiti da una speciale tessera a punti. Il sistema si allontana dal tradizionale concetto di assistenzialismo, proponendo invece una ricerca di parità dei diritti, modello alternativo ecologico ed economico, un percorso di co-responsabilità con l’utente. Non si fa la carità, ma si accompagna la persona in un percorso evolutivo.
Oggi questa realtà è pronta a uscire dai confini urbani con il progetto “Empori in rete”: gli omonimi negozi in provincia di Cuneo uniranno le forze immaginandosi non più come separati ma come uniti da un unico obiettivo. I numeri dicono molto: l’Emporio di Saluzzo serve 130 famiglie composte da 350 persone; gli Empori di Fossano e Bra seguono più di 300 famiglie ciascuno; la rete Caritas di Mondovì distribuisce, attraverso i Centri d’Ascolto parrocchiali, cibo a 250 famiglie, mentre la mensa prepara 8.400 pasti all’anno. Contando Alba, ammontano a migliaia gli utenti che ogni giorno frequentano i centri.
Invece di agire separatamente gli empori inizieranno dunque a “concepirsi” come intrecciati. Il 9 settembre (data e luogo da definire) ad Alba il progetto incontrerà cittadinanza e istituzioni. Spiega Don Gigi Alessandria, direttore della Caritas Diocesana albese: “La rete di si muoverà su vari livelli: la ricerca delle aziende disposte a donare beni alimentari, la realizzazione di un piano di comunicazione, la programmazione di campagne pubblicitarie, le iniziative di raccolta a livello provinciale, la gestione degli arrivi delle derrate alimentari e la distribuzione ai singoli Empori e alle reti Caritas diocesane attraverso un furgone. La collaborazione tra i vari empori della provincia di Cuneo consentirà di gestire meglio il personale, il cibo donato, i contratti, la distribuzione”.
Oltre al livello “pratico”, il piano formativo: per facilitare il coinvolgimento di nuovi volontari, specialmente quelli delle fasce più giovani, sono stati avviati contatti con le scuole superiori del territorio per accreditare gli empori nel circuito degli enti disponibili a ospitare studenti per l’alternanza scuola-lavoro. Insomma, “Empori in rete” moltiplicherà la potenza di un progetto che unisce la lotta allo spreco alimentare al contrasto alla povertà. L’idea è quella di creare un laboratorio diffuso di solidarietà, secondo l’idea che è solo associandosi che sarà possibile innescare processi trasformativi e immaginare una società nuova e ugualitaria.