“Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”. Così parlava il poeta, pittore e incisore inglese William Blake, vissuto a cavallo tra il ‘700 e il secolo lungo. Nel suo aforisma, quello che è stato definito “Il più grande artista che la Gran Bretagna abbia mai prodotto”, aveva inconsapevolmente definito quello che sarebbe avvenuto di lì a duecento anni dalle nostre parti: il progetto di “Montagnaterapia” del Centro Diurno del dipartimento di Salute Mentale dell’Asl CN1.
Con il termine si intende un approccio metodologico originale finalizzato alla cura di individui portatori di differenti problematiche o patologie attraverso il lavoro sulle dinamiche di gruppo nell’ambiente montano. Le prime esperienze di montagnaterapia in Europa risalgono agli anni ’80 in Belgio e Francia, mentre a Cuneo il percorso iniziò nel ’96. È dal 2000 che il progetto ha una struttura più definita.
“Usare l’ambiente e la natura è un modo per riabilitare e migliorare la propria qualità di vita oltre che la capacità di gestione dell’ansia - spiega Sebastiano Audisio, infermiere con la passione per la montagna e noto per le sue imprese alpinistiche -. In molti hanno avuto benefici incredibili”.
Solo nell’ultimo anno il Gruppo Montagna ha portato a termine 50 escursioni, percorso 370 km, affrontato 15.656 metri di dislivello. Tutti i mercoledì dell’anno gli utenti che entrano a far parte di questo progetto partecipano a diverse attività, che si svolgono in tutte le valli del Cuneese, con una particolare predilezione per la media-bassa valle, che permette di sfruttare al meglio tutte le stagioni. L’età dei partecipanti va dai 18 ai 55 anni. “I requisiti - prosegue Audisio - sono autonomia di movimento, passione per la natura e la capacità di avere continuità: la gita giornaliera non funziona, chiediamo di entrare a far parte di un gruppo”. Ed è proprio il gruppo a fare la differenza. Mauro partecipa da cinque anni: “Il gruppo aiuta sempre e comunque, in qualsiasi attività uno voglia svolgere - dice -. La forza del collettivo amplifica quella del singolo, ognuno ha la possibilità di superare i propri limiti”.
Le attività? Principalmente camminate, con dislivello fino a 700 metri. Tra le ultime uscite effettuate Rocca la Meja, i laghi di Roburent e del Laus, il rifugio del Valasco, ma anche il Santuario di Sant’Anna di Bellino e i laghi Frisson.
“Arrivare in cima ti fa sentire bene, oltre che dormire e mangiare nel modo adeguato - spiega Guido, originario di Elva -. Fin da bambino ho sempre guardato alle montagne con curiosità”. Continua Diego: “Della montagna, mi piace tutto: l’essere a contatto con il verde e la possibilità di avere benefici fisici e mentale. Cinzia: “Mi tira fuori energia e la fatica mi sprona a raggiungere la cima per dire che anche io ce l’ho fatta”.
Nel mese di giugno il gruppo di Montagnaterapia è stato in Alto Adige per un soggiorno alpino a Selva di Val Gardena, ma le iniziative a cui hanno partecipato sono tante. Dall’appuntamento con il Nuovi Mondi Film Festival di Valloriate, che ha dedicato una serata al progetto, realizzata in collaborazione con USACLI e ACLI di Cuneo con il sostegno della Fondazione CRC.
Fondamentale l’importanza dell’equipe del Centro Diurno ha nel fare in modo che l’attività di Montagnaterapia, così strutturata e continuativa nel tempo, possa svolgersi e crescere. Tra l’altro in un contesto di persone che devono svolgere molti altri ruoli e quindi organizzarsi preventivamente per rendere un buon funzionamento.
Il Centro Diurno di Cuneo - diretto dallo psichiatra Ugo Palomba (vicino alla pensione, gli subentrerà il dottor Andrea Barbieri), fa parte del Dipartimento di Salute Mentale, area Sud, guidato dal dottor Francesco Risso, che sostiene l’iniziativa. Coordinatore infermieristico è Massimo Morello (subentrato dopo il pensionamento di Fulvia Serra), nell’equipe anche la psicologa Daniela Massimo, il già citato Audisio con l’infermiere Mario Gambino, l’educatore Cristiano Cravanzola, e l’autista del pulmino Vito Maccarone.