Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Tommaso Alfieri, presidente dell’Ospedale Civile di Busca, in risposta alle parole di un parente di una ospite della struttura pubblicate nei giorni scorsi da un quotidiano online della provincia.
Gentile Direttore,
in qualità di Presidente dell’Ospedale Civile di Busca e della divisione S.S. Annunziata ho letto con molta gratitudine una lettera del sig. Graffino Riccardo, parente di una nostra ospite. L’Ospedale Civile di Busca è una residenza per anziani non autosufficienti ed autosufficienti e sta attraversando un difficile momento a causa di tutte le limitazioni imposte dalle direttive per il contenimento del contagio da Covid-19. E’ infatti noto a tutti che la maggior parte delle strutture socio assistenziali si trova in gravi difficoltà economiche e gestionali. Da sempre questa struttura ha cercato di venire incontro alle esigenze del territorio e ha risolto situazioni difficili per i famigliari impossibilitati alla cura dei loro cari, ha ricoverato ospiti con gravi patologie sempre cercando di dare oltre alle cure, dovere Istituzionale , anche conforto morale e umanità. Sicuramente errori ne sono stati fatti, ma tutti assolutamente in buona fede e sempre nell’interesse degli ospiti, mai per altre finalità. Ora, nel momento della pandemia, con tutte le limitazioni che le leggi hanno imposto e con i controlli e le richieste della Commissione di Vigilanza che hanno costretto la struttura ad adottare dei protocolli a volte anche piuttosto limitanti per gli ospiti si è fortemente evidenziata la completa incomprensione e supporto di alcuni familiari. Molti di loro che prima avevano bussato alle porte della struttura perché in grave difficoltà nella gestione
quotidiana dei loro cari non hanno gradito la linea adottata dall’Ente ed hanno preferito spostare i loro congiunti in altra struttura senza tenere conto dei legami affettivi ed interpersonali che sempre si sviluppano all’interno di una comunità. Gli stessi parenti che quando la direzione li informava della necessità di spostare l’ospite in altra stanza per motivi di assistenza si sono sempre opposti in quanto il loro familiare era abituato alla stanza ed al suo vicino, adesso ci comunicano che preferiscono spostarlo in altra struttura addirittura in un altro paese. Questa situazione ha rattristato notevolmente tutto il personale addetto ai lavori e con amarezza ha convinto questa Amministrazione che chi fa il proprio dovere e si attiene alle direttive imposte da terzi non raccoglie mai buoni frutti. Comprendendo che questa pandemia, a cui nessuno era preparato, ha portato sbigottimento e sbandamento in tutti aggravato dalla mancanza di informazioni e direttive precise ed univoche da parte degli organi preposti la struttura ha cercato con riunioni e comunicati di spiegare esattamente le cose come sono. Non è piaciuto a quelli che non vogliono sentire la verità ma solo quello che a loro fa piacere in quel momento. Mai come in questo momento è risultato evidente come l’egoismo del singolo prevale su tutto, anche sul buon senso e sulla riconoscenza, parola ormai superata e desueta. Posso assicurare ai più che noi continueremo con serietà a portare avanti il compito Istituzionale che deriva dai nostri predecessori e che trasmetteremo ai posteri con al primo posto solo l’interesse e la salute del nostro ospite. Per questo motivo tutti gli operatori , la dirigenza, l’Amministrazione dell’Ospedale Civile di Busca e della divisione S.S. Annunziata ringraziano di cuore la voce fuori dal coro del sig. Graffino Riccardo che con il suo scritto ci risolleva il morale e ci fa sperare che alla fine tutte le difficoltà che in questo anno non ci hanno risparmiato riusciranno ad essere superate.
Il presidente dell’Ospedale Civile di Busca Tommaso Alfieri