Nel Salone polivalente “Aurelia Della Torre” di Confcommercio Cuneo, alla presenza del Questore, della rappresentanza della Prefettura, delle Forze dell’Ordine provinciali, dei Sindaci, della Camera di Commercio, dei dirigenti delle Ascom territoriali e dei referenti delle federazioni rappresentate, si è svolta l’undicesima edizione di “Legalità ci piace!”, occasione nella quale porre al centro dell’attenzione le problematiche legate al fenomeno dell’illegalità e dell’abusivismo.
All’apertura dei lavori da parte di Marco Manfrinato, segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo ed il saluto del presidente Luca Chiapella, è seguito il collegamento con la sede nazionale di Confcommercio con l’illustrazione dell’indagine confederale sull’usura Confcommercio-Format Research, che ha evidenziato come nel 2023 l’illegalità sia costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 38,6 miliardi di euro ed abbia messo a rischio 268mila posti di lavoro regolari. In particolare, l'abusivismo commerciale costa 10,4 miliardi di euro, l'abusivismo nella ristorazione pesa per 7,5 miliardi, la contraffazione per 4,8 miliardi, il taccheggio per 5,2 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,9 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,8 miliardi (stime Ufficio Studi Confcommercio).
Commentando i dati dell'indagine Format, la vicepresidente di Confcommercio, Patrizia Di Dio, ha sottolineato che "i dati che emergono sono di una preoccupazione crescente. Nelle città siamo tornati ai valori pre Covid". "Il fenomeno dell’illegalità - ha detto Di Dio - preoccupa perché ormai riguarda grandi e piccole città. Importante il rinnovo del protocollo sulla videosorveglianza con il ministero dell’Interno. Ci auguriamo che ci sia un’accelerazione sul fronte della prevenzione. Se c’è un mercato della contraffazione purtroppo ci sono anche quelli disposti a comprare merce contraffatta". Il sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, ha ricordato che "sicurezza e legalità sono diritti fondamentali che devono essere difesi e preservati. Se noi vogliamo avere un Paese competitivo e attrattivo il Paese deve essere sicuro. La sicurezza garantisce la convivenza civile, la coesione sociale e la vivibilità. E’ un compito che principalmente spetta allo Stato con il controllo del territorio. Comunque ognuno deve fare la propria parte. La parola chiave è sicurezza partecipata e integrata".
Il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara, nel suo intervento ha sottolineato che "siamo insieme per una comune battaglia. Nel 2006 feci un emendamento che introdusse per la prima volta in Italia una sanzione per chi acquista prodotti contraffatti. Sono particolarmente sensibile al tema che si lega a quello dell’educazione della legalità". "La scuola - ha detto Valditara - è fondamentale e noi abbiamo in mano uno strumento potente l’educazione civica che deve insegnare rispetto e valori. Rispettare il lavoro, l’impresa e la proprietà privata. Poi c’è il tema di una nuova cultura che deve partire dai giovani: la cultura dei doveri accanto a quella dei diritti per affermare la cultura della legalità". "Poi - ha aggiunto il ministro - c’è la cultura delle regole che sta alla base di tutto questo e un tema di sanzioni: chi sbaglia paga. La cultura della responsabilità individuale deve essere insegnata anche nelle scuole". Infine, il ministro ha "invitato" il sistema Confcommercio nelle scuole: "La vostra presenza possa essere una testimonianza diretta per educare i giovani alla legalità".
I fenomeni illegali - contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione - alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata.
“È necessario - conclude Chiapella - supportare il delicato e sofferto percorso di denuncia da parte delle vittime di racket e usura, incentivando i progetti di partenariato fra associazioni anti racket e usura riconosciute, attraverso l’iscrizione ad appositi albi prefettizi, e le associazioni di categoria, per ottimizzare le sinergie fra l’esperienza e la professionalità delle associazioni anti racket ed anti usura e la capillarità e la vicinanza al sistema imprenditoriale delle organizzazioni datoriali”.
Come affermato dal presidente di Confcommercio, “uno degli aspetti simbolicamente più efficaci di questa Giornata della Legalità di Confcommercio, da sempre, è stato proprio l’intervento al nostro fianco, a livello nazionale e locale, di istituzioni e forze dell’ordine. Senza questa preziosa “alleanza”, la Giornata della Legalità rischierebbe di rimanere solo una bella iniziativa. Invece, grazie all’alleanza con istituzioni, terzo settore e forze dell’ordine, questo momento corale diventa l’occasione di un impegno collettivo”.