MONTEROSSO GRANA - Anche la valle Grana ricorda don Romano Fiandra: "Era uno di noi"

Il sindaco di Monterosso Grana Stefano Isaia: "Grati per quanto ha fatto per noi"

Redazione 21/02/2025 11:15

Riceviamo e pubblichiamo.
 
La notizia si è diffusa rapidamente, da un paese all’altro della nostra valle. Sono in tanti a conservare nel cuore un intimo ricordo della presenza e dell’operato di don Romano Fiandra nelle parrocchie di San Pietro, di Santa Lucia e nei paesi della valle Grana. Don Romano era prima di tutto uno di noi, si esprimeva anche lui a nosto modo, con la caratteristica cadenza della parlata dell’alta valle Stura, sua terra natale e con la quale conservava ricordi e legami profondi.
 
È stato per molti anni parroco di San Pietro e di Santa Lucia, qui con il titolo di pievano che ricorda la fondazione, tanti secoli or sono, della prima cappella da parte dei monaci benedettini. Don Romano ha lasciato intensi segni spirituali e materiali, era apprezzato come sacerdote e come persona di grande umanità.
 
Sapeva dialogare in modo schietto e diretto con tutti, senza distinzione tra credenti e non. Aveva grande rispetto per la libertà di pensiero. Non era un prete chiuso in canonica, ma amava stare tra la gente: per strada, sulla piazza e con una sosta pastorale tra gli uomini all’osteria, nei momenti della veglia nelle stalle, allora ancora praticata, per leggere e commentare la Bibbia.
 
Dedicava molto tempo ai bambini e ai giovani con cui condivideva interessi e passioni: il gioco del pallone, una competizione a bocce, una passeggiata in montagna e una sciata nei prati accanto al paese. In tanti ricordano ancora le serate dedicate al cineforum e i dibattiti, moderati da don Romano, che aprivano nuovi orizzonti. E poi le omelie a commento delle letture sacre, anche nelle messe feriali: brevi, incisive e concrete. Parole penetranti che facevano riflettere per settimane. Era uomo di fede, ma anche molto pratico per rispondere ai bisogni delle persone e della comunità.
 
Fu sua la grande idea di trasformare il vecchio albergo Vittoria di San Pietro, di proprietà della parrocchia ma ormai in disuso, in un pensionato per accogliere gli anziani. Motivo ispiratore, a quei tempi, era il desiderio di dare assistenza, talvolta anche solo nei mesi invernali, agli anziani rimasti soli nei paesi e nelle borgate dopo il grande esodo dei giovani, che aveva colpito la nostra montagna. Si proponeva pure di ospitare gli emigrati anziani, nelle città italiane e in Francia, che ormai in pensione avessero desiderato tornare nella terra natale.
 
La sua proposta fu immediatamente accolta con entusiasmo. Si costituì subito un gruppo di volontari formato da muratori, falegnami, idraulici e semplici cittadini. Molti provenivano anche da altri paesi della valle. Lavorarono alacremente per rendere ospitali e accoglienti i locali, ormai usurati dal tempo. Fu avviata una gestione che si basava essenzialmente sul volontariato, con un consiglio presieduto dal maresciallo Aldo Leghissa. Dopo il trasferimento a Limone di don Romano, che anche da lontano vegliava con amore e discrezione sulla sua creatura, il timone fu raccolto da Luciano Vittorio (Bepe dal Cuc), parroci, dipendenti e volontari della Comunità che hanno lavorato con impegno per garantirne la continuità. Nel corso degli anni è stato ammodernato e si è trasformato in una struttura accogliente, utile per le persone anziane, ma anche per il paese e per tutta la valle.
 
Fu poi particolare l’attenzione di don Romano per i luoghi di culto, dalle chiese ai piloni, curati e valorizzati come ospitali centri di incontro per la preghiera. Sono stati significativi, tra i tanti, gli interventi operati sui campanili delle chiese di San Pietro e di Santa Lucia, per riportare alla luce e valorizzare l’antica architettura romanica.
 
Don Romano, la nostra comunità ti ricorda con affetto e ti è grata per quanto hai fatto per noi.
 
Stefano Isaia
Sindaco di Monterosso Grana
Presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Unione Montana Valle Grana

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