ROCCAFORTE MONDOVÌ - 'Anziani' e giovani a confronto nella festa dei pensionati Cgil

Durante l’iniziativa organizzata a Lurisia la tavola rotonda su lavoro e diritti di fronte a centinaia di presenti iscritti al sindacato pensionati

08/06/2018 08:39

Si è svolta, a Lurisia, la Festa provinciale dei pensionati del sindacato Cgil (Spi). Dopo il concerto dell’orchestra del Liceo, a indirizzo Artistico-Musicale, “Ego Bianchi” di Cuneo, le centinaia di presenti hanno potuto assistere all’interessante tavola rotonda “Generazioni oltre: giovani e anziani alleati per i diritti”. Sono intervenuti il segretario provinciale della Cgil, Davide Masera, e quelli Spi nazionale, Ivan Pedretti, regionale, Giuseppe Mantovan, e della “Granda”, Giovanni Battista Panero. Inoltre, sono stati chiamati a portare il loro contributo due giovani: il lavoratore precario, Francesco Pellegrino, e lo studente, Pietro Carluzzo.
 
Pedretti ha preso in esame il voto politico del 4 marzo riflettendo sul fatto di come l’esito delle urne rappresenti un certo disagio sociale di cui il sindacato deve tenere conto. “L’amara realtà - ha sottolineato Mantovan - è che l’Italia non è più un Paese per i giovani. Così come è evidente che gli anziani saranno sempre in maggior numero. In questo contesto potrebbe emergere il conflitto tra generazioni: gli anziani privilegiati i quali sottraggono risorse ai giovani; i giovani, purtroppo, senza risorse da sottrarre, privilegi e tutele. In realtà, la nostra categoria ha veramente a cuore il futuro dei giovani. Sono i nostri figli e i nostri nipoti, ai quali cerchiamo di dare tutto il possibile. Ha ragione chi afferma che gli anziani rimangano l’ultimo ammortizzatore sociale ancora in grado di offrire un aiuto concreto su questo aspetto”. 
 
Particolarmente incisivi sono stati i contributi di Pietro Carluzzo, che è il coordinatore dell’Associazione politico-culturale Monviso Giovani nata da Monviso in Movimento e presieduta dall’assessore regionale, Alberto Valmaggia. Due le domande sulle quali è stato stimolato a rispondere. La prima: “Quali differenze vede tra chi lavora da anni e chi è appena entrato nel mondo del lavoro?”. Per Carluzzo “Il lavoro, oggi, è importante e come tale va difeso per garantire a ognuno di noi di poter contare. Infatti, è proprio il diritto di contare che manca ai giovani. Nel mondo dell’occupazione, a causa di queste situazioni estremamente precarie, non ci viene data la possibilità di poter contare, crescere e imparare. Siamo costantemente sottoposti a continui cambi di lavoro, senza avere la possibilità di ottenere quella stabilità necessaria a vivere una vita quotidiana decorosa”.
 
Sollecitato dal cosa chiedere per raggiungere il traguardo, Carluzzo ha affermato: “Ripeto, poter tornare a contare dando il nostro contributo al Paese e, soprattutto, poter mettere in atto quanto abbiamo appreso negli anni grazie anche al vostro aiuto: di chi, cioè, ha più esperienza di noi. Il lavoro deve essere un mezzo, attraverso il quale, le diverse generazioni comunicano tra di loro. Deve servire da ponte intergenerazionale”.
 
Sulla seconda domanda - “Come pensa debbano essere tutelati i diritti e le condizioni lavorative del futuro e da chi?” -, Carluzzo è stato chiaro: “Mi piacerebbe che la politica avesse davvero il coraggio di occuparsi dei giovani. Vorrei che nel lavoro si tornasse a dare importanza alla persona e poi, alla performance: e non viceversa. Solo in questo modo si potrà tornare a parlare di diritti”.


c.s.

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