Il Consorzio Birra Origine Piemonte (Bop), fondato nel 2019, su impulso della Cia Cuneo, con il presidente e il direttore provinciale, Claudio Conterno e Igor Varrone, fin dall’inizio ha avuto come obiettivo quello di valorizzare e tutelare la birra prodotta attraverso la filiera agricola (orzo, luppolo) e quella di trasformazione interamente insediate sul territorio subalpino. Ora conta 14 aziende associate, delle quali otto operano in provincia di Cuneo. Nel giugno 2021, dopo un’attenta e preziosa ricerca storica e culturale sulla realizzazione della birra in Piemonte, curata dallo studioso Emanuele Bella, è stato chiesto alla Regione di riconoscerne l’eccellenza attraverso il suo inserimento nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (Pat). La proposta è stata accolta nel luglio 2022 con l’approvazione della scheda tecnica per la “Birra del Piemonte” che da inizio 2023 fa parte dei Pat. Quali sono le fondamentali caratteristiche indicate nel documento regionale? Le materie prime devono essere coltivate in Piemonte, così come nella realizzazione della birra bisogna utilizzare tecniche produttive che seguano quelle storicamente impiegate sul territorio. Da alcuni mesi le aziende associate al Bop hanno iniziato a produrre la birra con il marchio. La strada percorsa dal Consorzio negli anni passati e i progetti futuri, insieme ai contenuti dello studio che ha contribuito a ottenere la Pat, sono stati presentati durante un convegno organizzato nei locali del Comizio Agrario di Mondovì. Hanno partecipato numerose autorità, tra le quali il consigliere regionale, Paolo Bongioanni, il presidente della Provincia, Luca Robaldo, gli assessori dei Comuni della zona, i rappresentanti di Confartigianato Cuneo e della Condotta Monregalese di Slow Food, quelli di alcune aziende del Consorzio e di altri birrifici, un nutrito gruppo di imprenditori agricoli. Tutti attori interessati all’economia locale legata alla produzione di birra di qualità, partendo dalle materie prime a chilometro zero. Dopo l’introduzione della serata da parte di Attilio Ianniello, direttore del Comizio Agrario, Emanuele Bella ha presentato lo studio sulla birra in Piemonte, quindi Claudio Conterno, presidente del Bop, nonché della Cia provinciale di Cuneo, ha illustrato il lavoro svolto dal Consorzio. L’incontro si è concluso con la stuzzicante e piacevole degustazione di alcune “Birre del Piemonte”.
Passato, presente e futuro: la voce del presidente Conterno
Fin dalla fondazione, il presidente del Consorzio è Claudio Conterno che nel gennaio 2022 è stato riconfermato ai vertici provinciali di Cia Cuneo. Dice: “Durante il convegno abbiamo raccontato la storia del Consorzio, partendo dagli interessanti risultati della ricerca storica che hanno messo in evidenza come la lavorazione della birra in Piemonte risalga all’Ottocento. Attraverso l’impegno portato avanti dal 2019 siamo riusciti a mettere insieme la filiera produttiva della birra, anche la parte di coltivazione dell’orzo e del luppolo. Per molto tempo c’è stata la percezione che la birra fosse solo realizzata a livello industriale. Invece si stava facendo strada quella artigianale. Poi, hanno iniziato a svilupparsi i birrifici agricoli i quali si producono le materie prime. I nostri associati lo fanno. Inoltre, nel Consorzio c’è un’azienda piemontese che trasforma l’orzo in malto: operazione indispensabile per ottenere la birra. In questo modo si è cominciato a chiudere il cerchio. E aver ottenuto il marchio Pat rappresenta il primo importante traguardo che ci ha dato l’entusiasmo per cercare di raggiungere nuovi obiettivi”.
Cioè? “Stiamo raccogliendo altro materiale storico, culturale e geografico per chiedere all’Unione Europea il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (Igp) o di Denominazione Origine Protetta (Dop). Valuteremo nei prossimi mesi quale possa essere il marchio più opportuno. In ogni caso, sia che si decida per l’Igp o per la Dop si tratta di un progetto ambizioso capace di dare ancora maggiore lustro e di far compiere un ulteriore salto di qualità alla nostra “Birra”.
Ma non solo. “Il lavoro portato avanti fino a ora ha dimostrato che mettendo insieme la filiera della birra agricola sul territorio locale si possono ottenere degli importanti risultati. Ora lavoreremo alla modifica di Statuto e Regolamento del Consorzio per aprire le porte a nuovi associati. Magari anche della catena artigianale, se rispettano le indicazioni contenute nel disciplinare di produzione. In modo che la “Birra del Piemonte” sia sempre più conosciuta e si possa acquistare ovunque”.
Un discorso che potrebbe valere per ogni Regione? “La Sardegna sta partendo con un percorso uguale. Questo è importante perché se si riuscissero a costruire tanti Consorzi regionali per realizzare la birra marchiata con colture del territorio locale si potrebbe poi dare vita a un Consorzio nazionale che associ tutti, aumentando così il potere contrattuale nei confronti delle Istituzioni italiane ed europee. Perché, ad esempio, in Europa, la birra agricola non è riconosciuta”.
Cosa significa per Cia Cuneo aver intrapreso questo percorso? “Passo dopo passo si sta concretizzando il progetto che, all’inizio, seppure fossimo molto motivati, pareva quasi impossibile da attuare e che, al contrario, siamo riusciti a portare avanti. Con il tempo ci siamo accorti che c’era un mondo - quello della birra agricola - che attendeva solo di essere promosso e tutelato. Come Cia siamo molto soddisfatti di essere riusciti a intercettare questa aspirazione dei nostri associati e non solo”.