La Città di Borgo San Dalmazzo è nota in ambito nazionale per la gastronomia tipica della chiocciola. I primi allevamenti di questo gasteropode comparirono in epoca romana nelle Gallie, e in particolare nel territorio di Pedona (nome di Borgo San Dalmazzo a quell’epoca), ma l’allevamento tradizionale delle chiocciole condotto in piccoli recinti (“lumasere”), un tempo fiorente attività di integrazione del reddito agricolo, si è progressivamente ridotto a causa delle mutate condizioni del tessuto economico cittadino e della progressiva contrazione dell’attività rurale. Tale situazione concorre ad una pesante riduzione dell’offerta di mercato di un prodotto che, oltre a costituire volano turistico per la Città, è inserito fin dal 2002 all'interno dell'Atlante dei Prodotti Agricoli Tradizionali piemontesi.
Allevata a scopo di ingrassamento e di ingentilimento delle carni, la chiocciola alpina rappresenta per i valligiani un’opportunità di lavoro stagionale e di un modesto reddito integrativo chiamato “la tredicesima mensilità del montanaro“. Si tratta di piccole superfici recintate la cui produzione – di solito pari a qualche decina di chili di animali – viene venduta “opercolata” alla Fiera Fredda di Borgo San Dalmazzo, in occasione del Mercato Nazionale della Lumaca del 5 dicembre di ogni anno. Per consuetudine le unità di allevamento, tutte a conduzione familiare, sono impostate sul più rigoroso rispetto degli ecosistemi naturali e sull’utilizzo di tecniche produttive di tipo biologico che assicurano la più completa genuinità del prodotto finale.
L’Amministrazione comunale, considerato che la riattivazione di piccoli allevamenti sul territorio comunale potrebbe costituire idoneo strumento di salvaguardia delle tradizioni locali, di conservazione di un prodotto tipico del luogo e di utile integrazione del reddito, ha previsto l’erogazione di incentivi economici ai soggetti che realizzano impianti di allevamento di chiocciole su terreni posti nel territorio del Comune di Borgo San Dalmazzo. E’ prevista la concessione di un contributo pari a 100 euro per ogni nuovo allevamento realizzato; i contributi saranno assegnati secondo l’ordine cronologico di protocollo delle domande sino ad esaurimento di fondi (lo stanziamento per l’anno 2021 è pari 500 euro). I beneficiari potranno fruire gratuitamente di un servizio di consulenza e di assistenza per la realizzazione degli allevamenti.
Il servizio è svolto a titolo volontario e gratuito dalle Associazioni Consorzio della lumaca borgarina e delle valli circostanti di Borgo San Dalmazzo ed Heli.As. di Borgo San Dalmazzo. Le domande possono essere presentate a mezzo posta elettronica certificata, all’indirizzo protocollo.borgosandalmazzo@legalmail.it oppure a mano all’Ufficio Protocollo del Comune di Borgo San Dalmazzo – via Roma 74. Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 13.00 ed il martedì dalle ore 15.00 alle ore 17.00.