BORGO SAN DALMAZZO - Borgo San Dalmazzo, le idee per il recupero dell'ex Mulino Gione

L'intenzione del Comune è realizzare nello stabile una sorta di "spazio incontri"

a.d. 29/04/2022 09:17

Una struttura che intendiamo recuperare e restituire alla popolazione”. Così il sindaco di Borgo San Dalmazzo Gian Paolo Beretta ha definito l’ex Mulino Gione, stabile posto nel centro storico all’estremità di via Roma, lungo la strada che conduce verso le valli Gesso e Vermenagna. Oggi inutilizzato, l’edificio negli anni ha anche ospitato gli uffici del Giudice di Pace, poi soppressi nel 2014. Per la riqualificazione è stato redatto uno studio di fattibilità, realizzato dallo studio tecnico del geometra Fabrizio Di Falco e approvato dalla Giunta lo scorso 23 marzo. L’obiettivo dell’amministrazione è realizzare una sorta di “spazio incontri”: “L'intervento - si legge nel documento approvato dalla Giunta - è finalizzato a restituire alla popolazione un luogo di incontro, nel quale sviluppare momenti di ascolto e di attivazione del territorio”. L’investimento stimato è di 100 mila euro: il Comune li ha reperiti tramite un bando indetto dalla Fondazione CRC per celebrare il suo trentennale. Dell’ex Mulino Gione si era parlato alcune settimane fa durante la firma dell’accordo tra Comune e Italgen per la realizzazione di un parco fotovoltaico nell’area ex Italcementi. Tra le opere pubbliche alle quali destinare i 90 mila euro ottenuti dal Comune a titolo di compensazione, Beretta aveva infatti citato anche la realizzazione di una centralina idroelettrica nell’area a fianco dello stabile: “Per la progettazione - spiega il primo cittadino - abbiamo richiesto in qualità di capofila, insieme ad altri Comuni, un finanziamento europeo nell’ambito dei contributi per le comunità energetiche. Si tratta di una cifra ci circa 60 mila euro”.
 
Un intervento che procederebbe parallelamente a quello che riguarda la riqualificazione dello stabile vero e proprio. Della rigenerazione dell’ex Mulino Gione a Borgo San Dalmazzo si parla da anni: l’edificio era stato inserito nel 2019 nel “Quaderno 37” della Fondazione CRC, dedicato agli spazi dismessi nella nostra provincia.
 
Questo articolo è stato originariamente pubblicato sul numero del 14 aprile del settimanale Cuneodice.it.
 

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