Dopo il lungo periodo di chiusura dovuta alle norme imposte dall'emergenza Covid 19, i volontari dell'associazione Pedo Dalmatia riaprono alle visite il Museo dell'Abbazia di Borgo San Dalmazzo. Il Museo ha sede, in parte, nelle sale di Villa Durandy, prestigiosa costruzione nel complesso di edifici collegati con l'Abbazia di San Dalmazzo. La Villa era stata acquistata, alla fine del 1800, da Joseph Durandy, ingegnere e presidente del Consiglio delle Alpi Marittime francesi che ne fece la sua dimora preferita, nella quale morì nel 1912. Essa sorge sulle antiche celle dei monaci benedettini che si curavano dell'Abbazia e delle sue numerose pertinenze. Questa con il declino della potenza degli Abati, ormai trasferiti nel convento di Cuneo, divenne la villa di campagna dei Vescovi della diocesi di Mondovì da cui dipendeva.
Il Museo, dopo lunghi lavori di scavo e restauro, venne inaugurato nel 2005 e racchiude 2000 anni di storia, dai reperti della romana Pedona all'odierna Borgo San Dalmazzo. La città deve infatti il suo nome all'Abbazia costruita, in varie epoche, sulla tomba di San Dalmazzo, evangelizzatore del nostro territorio e martirizzato alla confluenza del Gesso con il Vermenagna il 5 dicembre 254.
Nel Museo, oltre a reperti romani e medioevali, con alcune tombe di differenti epoche, si può ammirare la suggestiva cripta romanica che conservò, per un certo periodo, il corpo del Santo.
Il Museo, sito in Via Ospedale 2 a Borgo San Dalmazzo, a partire dal 13 settembre, sarà aperto tutte le domeniche dalle 15 alle 18, con ultimo ingresso alle 17. E' obbligatorio l'uso della mascherina. Per eventuali visite infrasettimanali telefonare ai seguenti numeri: 3285851710 oppure 3384892988.