Venerdì 17 febbraio nella sala consiliare del Comune di Boves ha avuto luogo la conferenza dal titolo “La storia torna alla luce - ottanta anni dai primi infoibamenti” organizzata dal Comune di Boves nella persona della Consigliera Di Ielsi e il Comitato 10 Febbraio. Alla presenza del Vicesindaco di Boves Ravera, della Consigliera sopra citata e del Presidente del Comitato 10 Febbraio Denis Scotti, il prof. Gianni Oliva ha dato una lezione di storia su quelli che sono stati i drammatici fatti che hanno portato alla tragedia delle foibe e dell’esodo. Oliva ha raccontato il contesto storico che ha portato all'escalation di violenze che si sono poi tramutate in migliaia di infoibamenti e centinaia di migliaia di esuli costretti a scappare per arrivare in un Paese che spesso non li riconosceva e anzi, a volte li riteneva fascisti in fuga. Famosa nella sua drammaticità fu la vicenda del treno dei profughi a Bologna: l’allora sindacato della CGIL dei ferrovieri vietò alle suore di aiutare queste persone che viaggiavano da decine di ore su un treno merci. Erano persone senza alcuna colpa donne, uomini e bambini che fuggivano da una realtà che non riconoscevano più e dalla nascente nazione jugoslava che li vedeva come stranieri in patria. Gli esuli amano definirsi “italiani due volte” perché scelsero di tornare nel loro Paese per rivendicare l’appartenenza alla loro Patria, un italianità così forte da spingerli a lasciare tutto per il ritorno in Italia. Sottolinea Oliva che ci vollero sessant’anni per rendere onore a queste persone con la legge del 2004 che di fatto tolse dall’oblio storico una pagina cupa del nostro Paese. La sala consiliare ha fatto da cornice ad un folto pubblico che ha voluto partecipare e fare domande all’ospite.
Particolarmente apprezzato l’intervento finale della Consigliera Di Ielsi che ha ringraziato il prof. Oliva per aver tenuto una vera e propria lezione di storia.
Le celebrazioni del 10 febbraio non terminano, il Presidente del Comitato 10 Febbraio della provincia di Cuneo Denis Scotti ha affermato: “Che il 10 febbraio sia tutto l’anno. Non possiamo celebrare un dramma come questo soltanto nel Giorno del Ricordo infatti le iniziative del Comitato continueranno durante tutto l’arco dell’anno con la collaborazione di associazioni, enti, scuole e amministrazioni. Intanto ringraziamo tutti coloro che ci hanno coinvolti, ci siamo letteralmente
divisi per la provincia di Cuneo per essere presenti ovunque. Un senso comune del Ricordo che fa ben sperare per il futuro”.
Si ringrazia infine l’Associazione Nazionale Alpini presente in sala con Aldo Meinero Presidente del Memoriale della Divisione Alpina Cuneense e Silvio Garelli Segretario del Gruppo Cuneo Centro la cui sede è intitolata a Mario Maffi, la prima persona che fu inviata in jugoslavia ad indagare sulle foibe. Maffi fu inviato dal Governo italiano ma in modo non ufficiale andò per poter operare liberamente ma all’insaputa del governo di Tito. Tornò con racconti raccapriccianti che vennero poi scritti nel suo libro “Un alpino nelle Foibe”.